“Il tennis è brutale e i giocatori ingordi. Ma Sinner non doveva riposare”. Così Paolo Bertolucci sintetizza, in un'intervista a Repubblica le cause del ritiro di Jannik dal torneo di Shanghai, dove caldo e umidità hanno messo in ginocchio i tennisti. Le immagini dell’azzurro piegato in due, zoppicante e costretto ad appoggiarsi al fisioterapista, in pieni crampi, hanno fatto il giro del mondo, ma l’intervistato invita alla calma: “Sono solo crampi. Dolorosi, certo, ma non gravi — dice il toscano — Sono normali per chi fa sport, soprattutto in condizioni così estreme. A Shanghai c’è il 90% di umidità, c’è il tetto, ci sono temperature altissime, ci sono stati malori per il caldo asfissiante, molte lamentele, giocatori che dicevano di non vedere la palla, che hanno pensato di morire. Rune ha detto: volete il morto? Fritz ha rischiato il collasso in campo. Con queste condizioni così i crampi capitano. Nulla di strano”.
Sinner non riusciva neppure a camminare: “È un dolore pazzesco, ti blocca tutto il corpo e ti arriva al cervello — ha aggiunto Bertolucci — Io li ho avuti una volta sola, stavo impazzendo. Commentando la sua partita ho capito subito che si sarebbe ritirato. Quando non ti siedi al cambio campo, vuol dire che il corpo ti sta mollando”. Il discorso si allarga al tennis moderno: “I giocatori sono ingordi — ha aggiunto il tennista di Forte dei Marmi — Giocano, prendono e non si fermano. Gli organizzatori fanno di tutto per avere i migliori, perché senza i big non ci sono sponsor né pubblico. Ma il tennis oggi è brutale: meno tecnica, meno tattica, più fisico”.
E sulla scelta di Sinner di continuare a giocare: “No, Jannik non doveva riposare come Alcaraz. È stato fermo tre mesi, deve ritrovare ritmo e fiducia. Alcaraz si è fermato solo per un problema alla caviglia. Gli altri dovrebbero fermarsi, non lui”. Poi l’affondo finale: “I tennisti brontolano, ma nessuno li obbliga. Il calendario è lungo, ma basta dire: questa settimana no, mi riposo. Invece si iscrivono ovunque, fanno pure le esibizioni. Giocano, incassano e poi protestano”. Sulla salute del campione azzurro l’ultima parola è rassicurante: “Sinner si sa gestire — conclude — I crampi capitano, come le sconfitte”.