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Al Tour si rivede Mark Cavendish

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Il velocista inglese vince la quinta tappa con arrivo a Montargis. Petacchi non riesce a lanciare lo sprint

Roberto Amaglio
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Termina a Montargis il tremendo digiuno di Mark Cavendish. Dopo un avvio di stagione orribile tra guai fisici, problemi con la squadra e gesti poco gradevoli (come “l'ombrello” sul traguardo di Friburgo al Giro di Romandia), il velocista inglese si ricorda di essere soprannominato Cannonball e mette tutti in fila, portando così a casa la sua quinta affermazione stagionale, la prima di un certo prestigio. L'acuto di Cavendish è maturato grazie a uno sprint autorevole, dopo che l'inglese era stato perfetto nello sfruttare il lavoro della Garmin di Farrar e nell'indovinare il pertugio giusto per lanciare la sua volata: nulla hanno potuto Gerald Ciolek (Milram) e il norvegese Boasson Hagen. Niente da fare nemmeno per Alessandro Petacchi: dopo le due volate vincenti di Bruxelles e di Reims, il velocista spezzino non è riuscito a preparare al meglio lo sprint, rimanendo chiuso alle transenne a 400 metri dal traguardo. Poco meglio è andato Thor Hushovd (5°), ossia il titolare della maglia verde. La gara – Tutto come previsto nei 187 km della Épernay – Montargis, quinta frazione dell'edizione 2010. Le caratteristiche completamente pianeggianti del tracciato, infatti, regalavano un'altra giornata di tranquillità per gli uomini di classifica e un'altra chance per le ruote veloci. Ciò nonostante la tappa è stata come al solito animata dalla fuga da lontano promossa al km 6 da Van De Walle (Quickstep), El Faires (Cofidis) e Gutierrez (Caisse d'Epargne). Nonostante i 3' e 52” di margine accumulati al km 107, il gruppo ha sempre tenuto saldamente sotto controllo la situazione. Infatti il plotone torna compatto ai -4 dal traguardo, quando anche Gutierrez si arrende. Davanti le maglie dell'Htc e della Garmin, mentre questa volta la Lampre di Petacchi non riesce a lanciare il suo treno, così il velocista spezzino non è della partita, così come Hushovd, alla ruota di un Farrar ancora lontano dalla migliore condizione. Così a giocarsi la vittoria sono Hagen, Ciolek e Cavendish, con quest'ultimo che dimostra le sue doti e torna così ad alzare le braccia al cielo dopo quasi due mesi di astinenza. Liberazione – A dimostrazione del momento particolare che Cavendish sta vivendo, le sue lacrime una volta tagliato il traguardo. Segno di grande gioia ma anche di un certo nervosismo: del resto per un atleta che nel 2009 ha vinto 23 corse (tra cui la Sanremo al primo tentativo), trovarsi a luglio con un misero bottino di tre affermazioni (una alla Vuelta a Catalogna, una al Romandia e una al Tour di California) non può che essere considerato un fallimento. Le pressioni dei media, il suo carattere estremamente competitivo e la rivalità con l'altro velocista del team, André Greipel, hanno fatto il resto. Ordine d'arrivo 1. Mark Cavendish (Htc Columbia) 2. Gerald Ciolek (Milram) 3. Edvald Boasson Hagen (Sky) 4. Jose Joaquin Rojas (Caisse d'Epargne) 5. Thor Hushovd (Cervelo)

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