Elena Pero, storica telecronista di tennis di Sky Sport, ha raccontato come è cambiato il suo mestiere dopo l’esplosione del fenomeno Jannik Sinner. Secondo lei un tempo "non c’era il coinvolgimento dato da un tuo connazionale, quindi è diverso. È vero che per molti Federer era quasi una religione, qualcosa che andava oltre: ci sono persone che ancora oggi non si sono riprese dalla sconfitta di Wimbledon, quella dei match point contro Djokovic".
Come spiega Pero, non è cambiato tanto il modo di raccontare, quanto il modo di ascoltare: "Sicuramente sì, perché il modo di lavorare di noi del gruppo tennis, che ci siamo da tanti anni, è rimasto lo stesso. Non abbiamo cambiato l’approccio. Magari un pochino sì, perché i nostri capi ci dicono a volte: 'Siate più divulgativi', dato che chi segue oggi non ha necessariamente il bagaglio di chi seguiva prima". Da quando gioca Sinner, l'approccio è rimasto identico, "ma non è identico il pubblico: è un pubblico che non sempre si è appassionato prima al tennis e poi a Sinner; spesso si è appassionato solo a Sinner senza essere appassionato di tennis. L’utenza è cambiata, inevitabilmente. Noi siamo gli stessi, però chi arriva al tennis passando da Sinner si trova davanti a un modo di fare telecronaca diverso da quello che vede in altri sport".
Tra i momenti più commoventi in telecronaca per Elena Pero c'è stato sicuramente il trionfo dell'altoatesino a Wimbledon: "Più che esaltarmi, a me viene proprio la commozione. Io mi commuovo. Abbiamo doppiato il film di Wimbledon che andrà in onda a Natale. È commovente. Mi viene da piangere perché è bello. È commovente, sì. Bellissimo".