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E' grand'Italia agli Europei di scherma di Lipsia

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Altri due ori nelle prove a squadre. A vincerle il fioretto femminile e la sciabola maschile. Ora sono sette le medaglie

Roberto Amaglio
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Le pedane di Lipsia continuano a regalare medaglie a raffica agli atleti azzurri. Dopo le cinque medaglie ottenute nelle prove individuali (Vezzali, Di Francisca, Bianco, Baldini, Aspromonte), nella prima giornata degli Europei dedicata alle gare a squadra l'Italia ha ancora una volta dimostrato la sua netta superiorità continentale. In quello che è ormai diventato un tradizionale appuntamento per commentare i trionfi azzurri, da documentare in questo caso ci sono i due ori portati a casa della squadra femminile del fioretto e da quella maschile della sciabola. Dominio rosa – Non ci sarebbe nemmeno bisogno di parlare della squadre femminile di fioretto, ancora una volta apparsa di un altro livello. Valentina Vezzali, Elisa Di Francisca, Arianna Errigo e Ilaria Salvatori hanno sconfitto in finale la Germania 45-26, dando seguito alle vittorie facili contro la Gran Bretagna nei quarti (45-24) e contro la Polonia (45-33). Del resto che le azzurre fossero favorite non era certo un segreto: il nuovo corso targato Stefano Cerioni ha infatti portato il team a conquistare in questi ultimi anni due titoli Europei, un Mondiale e otto gare di Coppa del Mondo, oltre ovviamente alla leadership nel ranking mondiale. In pratica nella voce sconfitte c'è solo lo scivolone in Coppa del Mondo a San Pietroburgo. Con questo oro  ci sarebbe da aggiornare le statistiche pazzesche di Valentina Vezzali, ma forse è un lavoro inutile: di record la signora della scherma ne infrange ogni giorno. Uomini in formato rimonta – Se il cammino femminile è stato tutto in discesa, lo stesso non si può dire degli sciabolasti maschili, arrivati all'oro dopo una rassegna tiratissima. Per quanto la finale contro l'Ucraina sia stata agevole (45-28), Aldo Montano, Gigi Tarantino, Gigi Samele e Diego Occhiuzzi si sono dovuti inventare due grandi rimonte per approdare all'atto conclusivo dell'Europeo. Spettacolare quella vista ai quarti contro la Bielorussia, con Aldo Montano (quello criticato per le prestazioni deludenti nelle prove individuali) capace di trascinare il team dal 38-44 al 46-44, rifilando a Lapkes un parziale di 8 a 0. Dura anche l'affermazione in semifinale contro i padroni di casa tedeschi. Sotto 13 a 25 dopo i primi scambi, a far pendere l'ago della bilancia è stato ancora il livornese, con un perentorio parziale di 17 a 3 su Hartung. Una volta in vantaggio, poi, gli italiani sono filati via lisci in finale e il successo.

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