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Londra corre ai ripari

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2,5 miliardi al settore auto

Dario Mazzocchi
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In Italia se ne parla da qualche giorno, più precisamente da quando la Fiat ha stretto un patto per sbarcare negli Stati Uniti con la Chrysler e il suo amministratore delegato, Sergio Marchionne, ha dichiarato che nel settore automobilistico sono a rischio 60.000 posti di lavoro. Sono gli aiuti di stato per uno dei comparti maggiormente colpiti dalla crisi finanziaria che ha messo in ginocchio le grandi aziende di Detroit e costretto molte case giapponesi a ritirarsi del mondo della gare. E se il ministro per la Semplificazione, il leghista Roberto Calderoli, ha affermato che “abbiamo già pagato tanto” la società di Torino, in Gran Bretagna il governo laburista guidato da Gordon Brown è passato dalla teoria alla pratica, stanziando 2,3 miliardi di sterline, poco meno di 2,5 miliardi di euro, per ridare fiato alle industrie Oltremanica. Una cifra che verrà divisa in questo modo: 1,3 miliardi di sterline giungono da fondi europei, mentre il miliardo che rimane è quello che effettivamente verrà sborsato da Londra. Un prestito destinato alle case automobilistiche e ai maggiori fornitori del settore, con un riguardo particolare all'ambiente, come ha tra l'altro annunciato anche la nuova amministrazione democratica a Washington, per ottenere “minori emissioni nocive nel prossimo futuro”. Il governo britannico ha ritenuto indispensabile l'aiuto di stato perché per quanto la situazione non sia ancora d'emergenza, “l'industria automobilistica inglese si sarebbe trovata sull'orlo della crisi” alla luce del fatto “dall'estate scorsa il settore che più di tutti ha subito la congiuntura economia sfavorevole” è proprio quella dei motori e delle quattro ruote.

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