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Torna la Champions, Times:

"Italiani leoni senza denti"

Albina Perri
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Scatta domani la due giorni di Champions League che tra martedì e mercoledì riproporrà l'incrocio Italia – Inghilterra con la Juventus che ospiterà il Chelsea, mentre mercoledì la Roma sarà di scena all'Olimpico con l'Arsenal e l'Inter scenderà sul campo dell'Old Trafford contro il Manchester United, campione in carica del trofeo europeo. Tre partite ancora aperte nonostante i risultati dell'andata (sconfitte per bianconeri e romanisti, pareggio a reti inviolati per gli uomini di Mourinho) e gli animi sono ormai caldi. Anche fuori dal terreno di gioco, perché il ritorno degli ottavi di Champions è l'occasione giusta per rispolverare l'eterna rivalità tra chi dice di avere inventato il calcio (gli inglesi) e gli italiani, descritti come catenacciari, poco sportivi ed ora pure “leoni senza denti”. "Il calcio italiano è una moltitudine di crepe" - La definizione spetta ad uno degli editorialisti di punta, Patrick Barclay, il capo dello sport del quotidiano Times che definisce le squadre italiano come “leoni senza denti pronte per uscire presto”. Nella web page che ospita l'articolo c'è la foto di un Marco Tardelli che festeggia la vittoria sulla Germania nella finale di Coppa del Mondo del 1982. “Lo scorso anno ci sono stati 8 confronti diretti tra squadre italiane e inglesi – si legge nell'articolo -. L'Italia non ha vinto neppure una sfida, ha ottenuto due pareggi come risultato migliore. In quei 720 minuti, ha segnato solo un gol con la Roma contro le seconde linee del Manchester United”. Parole di fuoco e di sfida, alle quali si aggiunge un ritratto impietoso del calcio di casa nostra, fiaccato da “scandali e hooligan” al punto da presentarsi con “una moltitudine di crepe”. I soliti inglesi - Così per Barclay non c'è storia, le formazioni inglesi potranno essere eliminate solo dalle connazionali. E per mantenere la tradizione di spocchiosi, ecco che c'è dell'altro: una competizione nella quale si rischia di assistere nuovamente a una finale tutta britannica, come un anno fa a Mosca quando si affrontarono Chelsea e Manchester United, può rivelarsi un danno al calcio europeo. “Perchè lottare, sudare e spendere per arrivare tra le prime 4 in Premier League se poi, in Champions, bisogna rigiocare contro una delle 3 squadre connazionali, con una finale come quella di Mosca che somiglia in maniera sospetta ad una 39esima giornata di campionato giocata all'estero?”. Il buon Times potrebbe anche avere un'amara risposta domani.

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