Scintille

Marcell Jacbos, rissa tra Malagò e Salvini sullo ius soli: "Aberrante non riconoscerlo", "Non c'entra un fico secco"

A buttare in politica il trionfo olimpico a Tokyo 2020, dopo gli ori di Gianmarco Tamberi e Marcell Jacobs, non c'è soltanto Gad Lerner. Già, anche Giovanni Malagò, il presidente del Coni, fa il suo. Intervenuto in conferenza stampa a Casa Italia dopo il doppio oro, ecco che propone lo ius soli sportivo: "Lo Ius soli è un tema politico e noi ci occupiamo di sport, ma non riconoscere lo ius sportivo è aberrante, folle", ha picchiato durissimo.

 

E ancora, Malagò, ha aggiunto che a suo insindacabile giudizio lo ius soli sportivo "va concretizzato a 18 anni e un minuto". E ancora, secondo il presidente del Coni, chi ha determinati requisiti "deve avere immediatamente la cittadinanza italiana e non iniziare una via crucis che spesso fa scappare chi si stanca di aspettare".

Parole alle quali si è però opposto, su Twitter, Matteo Salvini, il quale ha fatto notare come sia inutile un nuovo provvedimento, dato che è già in vigore una norma che consente agli stranieri di acquisire la cittadinanza italiana: "Ius soli? Già oggi, a 18 anni, chiunque può chiedere e ottenere la cittadinanza. Squadra che vince non si cambia!", ha fatto notare il leader della Lega.

 

Ma non è finita. In seguito Malagò ha rincarato affermando che da anni "c'è una formidabile polemica" proprio sullo ius soli, dunque ha rimarcato come "hanno già provato a tirarci per la giacchetta". Dunque la controreplica di Salvini: "Sono strafelice delle due medaglie d'oro vinte per l'Italia da due stra-italiani. Lo ius soli non c'entra proprio un fico secco. Già oggi a 18 anni si può scegliere se diventare cittadino italiano o meno. Non c'è nulla da cambiare", ha ribadito e concluso il numero uno del Carroccio.