Scontro

Migranti, Antonio Tajani: "Ong con bandiera tedesca? Vadano a casa loro"

Antonio Tajani è tornato ad affrontare la questione immigrazione e in particolare quella legata alle Ong finanziate direttamente dalla Germania. “Noi vogliamo fare un accordo per un nuovo patto: le Ong che battono bandiera tedesca o di altri Paesi raccolgano i migranti e li portino nei loro Paesi”, ha dichiarato il ministro degli Esteri in una conversazione con Bruno Vespa su Rai 1. Quanto sta accadendo a Lampedusa “è una vicenda molto strana - ha aggiunto Tajani - ieri sono arrivate sette navi nelle acque intorno all’isola, battono tutte bandiera tedesca”. 

 

 

“Non possono pensare di prendere migranti e portarli in Italia - ha sottolineato - se battono bandiera tedesca li prendono e li portano in Germania, questo è un fatto normale che dovrebbe accadere sempre”. “C’è odore di propaganda elettorale”, ha chiesto Vespa. “Assolutamente sì - ha risposto Tajani - le Ong tedesche sono molto vicine al partito dei Verdi e lo aiutano da tutti i punti di vista. C’è anche interesse elettorale da parte di questo partito di governo”. Intanto è uscita allo scoperto la terza Ong finanziata dal ministero degli Esteri tedesco: si tratta della Sea Eye, che ha sede a Ratisbona, in Germania. La stessa associazione ha reso noto che per quest’anno riceverà 365mila euro dal governo. “Siamo molto felici di questo risultato - hanno fatto sapere dalla Sea Eye - ci permetterà di finanziare altre due missioni di salvataggio”. 

 

 

A Tajani è arrivato il plauso di Maurizio Gasparri per la chiarezza sul tema delle Ong e del salvataggio dei migranti: “Chi vuole incoraggiare, a proprie spese, questa pratica - ha dichiarato il vicepresidente del Senato - deve poi farsi carico dell'accoglienza dei clandestini sui propri territori. Non si possono scaricare sulle spalle e sulle casse degli altri oneri morali e materiali, come pare vogliano fare alcuni esponenti della sinistra tedesca. In Italia ci sono una maggioranza e un governo che non faranno da tappetino alla demagogia altrui”.