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Immigrazione, stroncata la tratta-vip degli immigrati

Alessandro Gonzato
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Servizio “vip” di trasporto migranti. Sulle barche degli scafisti, dalla Tunisia all’Italia, funzionava come in un’agenzia turistica: i profughi veri o presunti disposti a spendere di più, dai 3mila ai 6 mila euro, venivano fatti salire su motoscafi di grossa cilindrata e accompagnati al massimo venti alla volta in Sicilia. Viaggi più sicuri e rapidi, dunque, tutt’altra cosa rispetto al consueto ammassamento di passeggeri costretti a lunghe e pericolose traversate prima di vedere le nostre coste. 

Il sistema andava avanti dal 2022. Ora le forze dell’ordine hanno arrestato 12 persone, 6 tunisini e altrettanti italiani, accusate di far parte di un gruppo criminale che gestiva la rete di trasferimenti clandestini, la cui destinazione era il litorale di Marsala, nel Trapanese. L’attività investigativa, che si inserisce in un’inchiesta ancora più ampia a livello internazionale, è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Palermo.

 

AGENTE CORROTTO
Gli arrestati – questa la ricostruzione – erano incaricati di assicurare il supporto logistico, individuando e predisponendo i mezzi per il trasporto dei clandestini e reclutando gli scafisti, di norma nordafricani residenti in Italia. Uno dei vertici dell’organizzazione era un richiedente protezione internazionale e in passato avrebbe fatto parte della polizia tunisina. Per gli investigatori sarebbe stato in contatto diretto col capo dell’organizzazione, il quale decideva condizioni, prezzi dei viaggi e tipo di motoscafo. Dei 12 fermati, 8 sono scafisti, tutti tunisini e accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Si tratta di piloti esperti e molto informati sulle rotte da seguire.

Gli arresti - per questioni legate all’indagine - sono stati comunicati ieri. Le prime manette però sono scattate a Marsala lo scorso 29 giugno. Gli altri blitz sono del 14 e 24 agosto, e del 15 settembre. Quattro nordafricani sono anche indagati per il reato di resistenza a navi da guerra: dopo l’intervento delle motovedette della Guardia di Finanza hanno cercato di scappare. In un’occasione, inoltre, gli scafisti avrebbero ordinato di sparare dei razzi luminosi contro la nave militare.

La banda avrebbe portato illegalmente in Italia pure minorenni e donne. Sono stati arrestati anche 19 clandestini rientrati illegalmente in Italia. E ancora, 4 stranieri sono finiti in manette per traffico di droga e danni al patrimonio. Seguendo il flusso di denaro gli investigatori sono arrivati a 90mila euro confluiti a un italiano di origine tunisina.

Tutto questo emerge l’indomani della decisione del tribunale di Brindisi che ha sospeso il fermo amministrativo di 20 giorni nei confronti della nave Ocean Viking, della Ong Sos Mediterranée, accusata di aver violato deliberatamente le regole sull’immigrazione stabilite dal governo.

 

IL DANNO E LA BEFFA
Lo scafo, lo ricordiamo, il 6 febbraio aveva imbarcato in 4 operazioni distinte 261 migranti poi fatti scendere al porto del capoluogo pugliese. Ocean Viking, stando alla documentazione del Centro di controllo e coordinamento della Guardia Costiera italiana, non si sarebbe nemmeno allontanata dal pattugliatore libico “Zawiya” nonostante le fosse stato chiesto ripetutamente di farlo per questioni di sicurezza, in primo luogo dei migranti. Il tribunale di Brindisi, in attesa della nuova udienza fissata il 14 marzo, ha poi sospeso la sanzione di 3.333 euro. “Via libera ai taxi del mare” abbiamo titolato ieri, commentato la decisione del tribunale. E ancora non avevamo i dettagli sui viaggi clandestini in prima classe dalla Tunisia all’Italia.

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