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Ong, via libera ai taxi del mare: la sentenza del tribunale di Brindisi

Alessandro Gonzato
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E chi l’ha detto che in Italia c’è il problema delle licenze dei taxi? Per quelli del mare, ieri – ovviamente la decisione non è del governo – sono stati concessi permessi ad libitum. Significa che da oggi, per navi Ong e qualsivoglia imbarcazione “umanitaria” carrette del Mediterraneo comprese, potrebbe essere di nuovo possibile imbarcare veri e presunti profughi a volontà, ignorare deliberatamente le norme decise dal nostro esecutivo e scaricarli tutti in Sicilia, in Calabria o dov’è più conveniente.

I VIAGGI
Questi i fatti delle ultime ore: il tribunale di Brindisi ha sospeso il fermo amministrativo della Ocean Viking, lo scafo della Ong Sos Méditerranée che il 6 febbraio – violando in modo smaccato il “decreto Piantedosi” – aveva preso a bordo 261 migranti, poi fatti scendere al porto pugliese. La nave battente bandiera norvegese aveva trasgredito i due elementi principali previsti dalla norma introdotta dal governo per arginare gli arrivi clandestini: il divieto di effettuare salvataggi multipli, e il mancato rispetto delle indicazioni della Guardia Costiera libica. Ocean Viking, di “salvataggi”, ne ha effettuati quattro. Ha zigzagato per il mare, dunque, come ai vecchi tempi. Inoltre, sempre stando alla documentazione del Centro di controllo e coordinamento della Guardia Costiera italiana, la Ong non si è allontanata dal pattugliatore “Zawiya”, seppur la nave libica le avesse chiesto più volte di farlo per non creare ulteriori situazioni di pericolo, prima di tutto per i migranti. Niente da fare.

Una volta in Italia, dicevamo, trascorse 72 ore erano scattati 20 giorni di blocco alla navigazione. Sos Méditerranée come prevedibile aveva fatto ricorso. Ieri i giudici l’hanno accolto. Hanno sospeso l’efficacia del provvedimento e la relativa sanzione. Il tribunale di Brindisi ha poi fissato la nuova udienza il 14 marzo alle 9 del mattino. Ma cosa c’è alla base di questa decisione? «Il perdurare della misura del fermo amministrativo», si legge nel documento, «è suscettibile di pregiudicare in modo irreversibile il diritto da parte della Sos Méditerranée Ocean Viking di esercitare la propria attività di soccorso in mare, in cui si realizzano le sue finalità sociali, come evincibile dall’accordo di partenariato con la Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa». Tra le finalità, scrive il tribunale, ci sono quelle di «prevenire la perdita di vite umane», «migliorare la sicurezza in mare», «rafforzare la cooperazione operativa», «condividere e scambiare informazioni». Per i magistrati «tali attività», quelle della Ong, «implicano il perseguimento di obiettivi di indubbio valore».

Negli ultimi mesi la nave era stata colpita dal fermo amministrativo altre tre volte. Ieri, nel tardo pomeriggio, Ocean Viking con un comunicato ha provato a capovolgere la ricostruzione effettuata dalle nostre autorità: «Il 6 febbraio abbiamo assistito a una serie di azioni pericolose e illegali della Guardia Costiera libica finanziata dall’Ue. I libici hanno eseguito manovre aggressive (...) Nonostante abbia messo più volte a rischio la vita delle persone in mare, la Guardia Costiera libica viene ascoltata, creduta, sostenuta e informata dalle istituzioni europee». Il governo non commenta. Qualche “colonnello” della maggioranza però lamenta- parlando con Libero - «un’invasione di campo della magistratura». E però sui social il “coordinatore di ricerca e soccorso” di Sos Méditerranée rilancia: «Un’operazione di salvataggio è considerata riuscita soltanto quando i sopravvissuti sbarcano in un luogo sicuro. Il mio compito», tiene a sottolineare, «termina solo quando l’ultima persona salvata mette piede in un luogo sicuro».

 

 

 

DOPPIO COLPO

La decisione del tribunale di Brindisi segue di pochi giorni quella della Cassazione, secondo cui consegnare i migranti alla Guardia costiera di Tripoli è reato, perché la Libia – sostiene la Cassazione – non è un “porto sicuro”. I giudici, ricordiamo, hanno reso definitiva la condanna nei confronti del comandante del rimorchiatore Asso28 che a luglio 2018 imbarcò 101 persone considerate in pericolo. La nave le riportò in Libia, dandole in consegna alla Guardia costiera locale. Resta da capire se ora l’Italia sarà anche costretta a risarcire le Ong che trasgrediscono la legge. Il governo si batterà per far valere le proprie ragioni. La sinistra intanto esulta. Il Pd sogna il ritorno agli anni d’oro dell’immigrazione selvaggia. Quanti ricordi... E quanti affari... 

 

 

 

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