Ho ascoltato con attenzione i commenti del Pd, di Avs e dei Cinquestelle rispetto all’incidente diplomatico creato dalla Commissione europea e che ha messo in imbarazzo anche il nostro ministro Piantedosi. Li ho ascoltati e riascoltati. Poi ho letto le dichiarazioni del Viminale. E non ho dubbi: con la sinistra al governo avremmo molti ma molti più sbarchi. A loro non va bene nulla di quello che fa il governo; soprattutto non vanno bene le interlocuzioni con i governi africani. Senti la Schlein e i suoi, senti Fratoianni e Bonelli, senti quelli del Movimento (i quali sulla materia immigrazione dopo il vergognoso voltafaccia contro Salvini al processo Open Arms a Palermo non hanno più un grammo di credibilità) e di +Europa e stai certo che sono da tenere lontani anni luce da Palazzo Chigi.
Ma questi signori hanno chiaro quel che sta accadendo in Africa? Proviamo a unire qualche puntino. Cominciando dal fenomeno migratorio. Più c’è instabilità e più la gente scappa. Basta aprire i giornali e ascoltare la tv per avere contezza di una situazione tutt’altro che quieta. Eppure le politiche attuate da questo governo ci dicono che, nonostante gli scenari bellici, siamo a livelli assolutamente più bassi rispetto al 2023. Ora, andiamo oltre i numeri e cerchiamo di capire perché i fatti vanno letti nel loro insieme. Il messaggio di Piantedosi e del governo è chiaro: non ci faremo intimorire da nessuno e continueremo a tessere politiche con tutti i governi per fermare gli sbarchi. È questo quello che dà fastidio alla sinistra amica delle Ong, di Carola Rackete, Soros e compagnia?
Dà fastidio che qualcuno cominci a stringere le maglie e soprattutto viene preso come modello? Già, perché in Gran Bretagna Starmer- per paura che Farage dilaghi - sta pensando a un modello tipo quello italiano in Albania, così come in Germania dove Merz guarda al Kosovo come Paese partner. La linea italiana sta influenzando l’Europa, solo che noi abbiamo dovuto attrezzarci con una sperimentazione e con l’ostilità di una certa magistratura. Le cose stanno così e questa partita, cioè la gestione dei flussi migratori, non consente smagliature di sorta visto che i barconi di disperati sono utilizzati, da sempre non da oggi, come armadi ricatto. La disperazione di questa gente è spietatamente usata da chi vuole destabilizzare (o, peggio, convertire al jihad), pertanto vanno compiute delle scelte di rigore.
Ogni concessione al buonismo è un regalo ai mercanti di persone. E commenti negativi come quelli contro Piantedosi sono la spia di pericolo: l’ironia va bene se la fa Crozza, se la fanno Luca e Paolo; ma se l’ironia diventa il linguaggio del Pd o di Avs o di +Europa (gente ben finanziata da Soros) allora significa che questo blocco non fermerà nulla e farà entrare immigrati. Ed è quello che vogliono coloro che giocano sull’instabilità. La Russia in Africa controlla, attraverso la vecchia Wagner oggi Africa Corps, tante situazioni di ribellione: lo fa perché deve assicurarsi il dominio sulle terre rare e sui giacimenti.
La ragnatela russa nel Continente Nero è complessa: connette la caduta di Assad in Siria (un danno per Putin) e quindi la necessità di avere una nuova base logistica portuale sul Mediterraneo (Tobruk); e si articola nell’individuazione e nello sfruttamento di risorse minerarie ed energetiche. La Russia ha accordi con la Repubblica Centrafricana, con la Libia di Haftar (da qui il tranello giocato ai danni della diplomazia Ue) e col Sudan, col Mali, il Niger, il Burkina Faso. Certo, cari Schlein, Bonelli, Magi e compagnia contante: ci sono grandi interessi in Africa, come dimostrano le presenze massicce di Russia, cinesi, islamiche e pure francesi. Il governo Meloni, con il piano Mattei, sta entrando nell’ottica di un interesse reciproco: dove c’è crescita economica c’è stabilità e quindi riduzione delle partenze. Nel frattempo però bisogna fermare i trafficanti di esseri umani.