Dai barconi ai social. Gli scafisti si sono adeguati ai tempi e fatti digitali, e ora seminano illusioni su TikTok, il colosso cinese dei video che sta diventando un porto virtuale per l’immigrazione clandestina. “Venite, qui sarete accolti e protetti”, dicono i protagonisti di clip girate da pseudo immigrati, dietro i quali si nascondono trafficanti e “trasportatori” di uomini pronti a guadagnare sulle disperazioni altrui.
L’ultima rotta non passa più solo dal mare, ma dallo smartphone. Da Afghanistan, Bangladesh e Pakistan, migliaia di giovani vedono quei filmati e credono che l’Italia sia la terra promessa dove "si ottengono i documenti in pochissimi mesi". Falso, naturalmente. Ma sul web, dove la realtà è un’opinione, la bugia diventa biglietto d’ingresso. Il caso più clamoroso è quello dell’Aquila. Davanti alla prefettura, da settimane, decine di ragazzi aspettano di formalizzare la richiesta di protezione internazionale. Tutti raccontano la stessa storia: "Ci hanno consigliato di venire a L’Aquila" dopo aver visto alcuni video in lingua pashtu che indicano il capoluogo abruzzese come meta facile per ottenere asilo.
Un’emergenza partita dal passaparola digitale e diventata problema concreto per le istituzioni locali. Il prefetto Giancarlo Di Vincenzo e il sindaco Pierluigi Biondi hanno dovuto alzare il livello di allerta. "L’amministrazione è in costante contatto con prefettura e forze dell’ordine e la linea adottata è ferma e condivisa. Non ci sono al momento strutture comunali disponibili a ospitare i migranti e quelle di accoglienza ordinaria risultano al completo".
"Nei mesi scorsi si era parlato molto del fronte marino, degli 'scafisti' social, oggi torna d’attualità quello interno, dei 'passeur', cioè chi trasporta dall’Europa balcanica gente disperata. L’Aquila non può diventare il ricettacolo dei flussi di tutto il Paese", ha dichiarato Biondi, ribadendo che "l’accoglienza deve basarsi su serietà, verità e coordinamento istituzionale". Mentre il governo tenta di frenare le migrazioni illegali, ora deve fronteggiare anche gli "sbarchi digitali": l’illusione social che trasforma l’Italia nella meta dei sogni – e dei trafficanti.