Brexit, ambasciatore Morris: serve nuovo modello per il dopo Ue

sabato 7 ottobre 2017
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Milano (askanews) - Il negoziato tra Regno Unito e Unione europea sulla Brexit fa progressi, la prospettiva è quella di arrivare ad un accordo che tuteli gli interessi di tutti: l'ambasciatore britannico in Italia Jill Morris è "ottimista", con una visione che punta a rassicurare il mondo economico e ad abbattere l'incertezza su quello che accadrà. Lo ha detto durante la presentazione a Milano della ricerca "Brexit, voices of Europea businesses" promossa dal Consiglio delle camere di commercio britanniche in Europa. "E' finito il quarto round dei negoziati e siamo molto contenti dei progressi fatti, siamo avanzati sui diritti dei cittadini europei e britannici, che per noi e per i nostri partner è una priorità non solo per motivi pratici ma è anche una responsabilità morale. Per noi è importante aprire il capitolo del futuro il prima possibile, vorremmo parlarne allo stesso tempo degli altri temi". La ricerca parte dal lavoro delle 27 tavole rotonde organizzate in 18 Paesi dell'Unione europea all'indomani del voto sulla Brexit: gli imprenditori concordano sulla necessità di mantenere un legame forte tra Uk ed Europa, e raccomandano di impedire l'introduzione di barriere tariffarie e commerciali, nonchè di limitare il più possibile il livello di incertezza. La strategia britannica, comunicata dal premier Theresa May a Firenze, è quella di introdurre un periodo di transizione di almeno due anni, a partire dalla partnership "profonda e speciale" che lega Regno Unito e Unione europea. "Siamo consapevoli del livello di incertezza che la decisione su Brexit ha creato, per questo abbiamo proposto periodo di implementazione di almeno due anni che darebbe più certezza al business e ai cittadini" ha aggiunto l'ambasciatore. I principi fondamentali illustrati dal premier May, prevedono che dopo Brexit il Regno Unito sarà fuori dal mercato unico e dall'unione doganale e la Corte europea non avrà più giurisdizione nel territorio britannico: serve dunque un modello nuovo di relazioni con l'Ue, diverso anche dai casi di Canada, Norvegia o Svizzera. "Gli altri modelli non contano qui, è una situazione diversa, vogliamo applicare l'immaginazione e la creatività per trovare un nuovo modello che abbia a cuore l'equilibrio giusto tra obblighi e responsabilità perchè siamo ben consapevoli che senza questi non possiamo partecipare al mercato unico" ha detto.