Il dramma della distribuzione degli aiuti a Gaza, almeno 47 feriti

di TMNewsmercoledì 28 maggio 2025
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Roma, 28 mag. (askanews) - I palestinesi disperati hanno preso d'assalto martedì gli aiuti statunitensi a Gaza , scene di caos che hanno rinfocolato le polemiche sul nuovo sistema di distribuzione del cibo pensato da Israele e dall'amministrazione Trump per evitare le strutture delle Nazioni Unite nella Striscia che muore di fame.

"Dalle informazioni che abbiamo, sono state ferite 47 persone e la maggior parte da colpi d'arma da fuoco" dice da Ginevra Ajith Sunghay, capo dell'Ufficio Onu per i diritti umani nei Territori palestinesi.

I colpi d'arma da fuoco sono quelli sparati dall'esercito israeliano che sorvegliava le operazioni per disperdere la pressione della folla affamata. La Fondazione Umanitaria per Gaza o GHF è una organizzazione privata americana sostenuta dalla Casa Bianca e da Israele che è stata creata di sana pianta per distribuire aiuti a Rafah al confine sud della Striscia, proprio per bypassare l'Onu da quando la settimana scorsa dietro forti pressioni internazionali il governo Netanyahu ha parzialmente revocato il blocco all'ingresso degli aiuti che era in vigore dal 2 marzo. Secondo la GHF dopo i momenti di caos di ieri le operazioni normali sono riprese.

I gazawi si confrontano alla fame, ma anche alle insistenze di Hamas che non vuole che si servano delle nuove strutture; e pure al timore che sia tutta una strategia per far spostare l'intera popolazione verso sud alla ricerca di cibo, lasciando il nord all'annessione israeliana.

"Sono venuto per fame" dice quest'uomo, "ho dieci persone da nutrire, ognuno ruba per sé e per i suoi. Ho fame da 24 giorni e allora sono venuto qui". "Abbiamo fatto la fila e ci hanno permesso di entrare e prendere tutto quello che volevamo, all'inizio era ordinato poi hanno permesso alla folla di precipitarsi dentro e dopo che siamo usciti ho sentito degli spari". "Io li ringrazio perché nel mondo arabo nessuno si preoccupa di noi"

Nel corso di una conferenza sull'antisemitismo a Gerusalemme, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ammesso che c'è stata una "momentanea perdita di controllo" nelle operazioni, insistendo però che lo scopo è evitare che Hamas si impossessi degli aiuti se fossero distribuiti dall'Onu, per darli ha detto "ai civili e non ai terroristi". E poi, una frase sulla possibilità che i palestinesi abbandonino la Striscia per andare altrove, in massa: "La gente di Gaza vuole andarsene ma non può. E' la più grande prigione a cielo aperto del mondo. Per quanto ci riguarda lasciamo andar via chiunque, se vuoi andartene vai, ma non possono".