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Eskimoz: l'agenzia SEO leader a Milano

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Un corretto posizionamento SEO assicura massima visibilità, un vantaggio sui competitors e permette l’acquisizione di nuovi clienti. Per farsi strada in mercati molto competitivi investire in SEO è probabilmente la scelta giusta. Ecco quali sono le migliori pratiche e perché affidarsi a Eskimoz.
 

Il web è da molto tempo il primo canale per l’acquisizione di nuovi clienti e per la conversione di utenti in consumatori. Creare un ottimo sito web ricco di informazioni, però, non basta a garantirsi la visibilità sperata. Secondo l’agenzia SEO Eskimoz, infatti, il 90% dei clic è totalizzato dalla prima pagina della SERP e – in particolare – dai primissimi risultati. 

Relegarsi alle zone basse della SERP significa praticamente essere invisibili a potenziali clienti, perdendo un’occasione fondamentale per farsi conoscere e apprezzare. Non a caso il 60% dei clic è letteralmente monopolizzato dai primi tre risultati. 

Comparire nella parte alta della SERP, ovvero l’elenco che i motori di ricerca ci forniscono in base alla nostra ricerca, non è semplicemente un esercizio di vanità. Essere ai primi posti significa sicuramente guadagnare clic, ma anche autorevolezza. Google, in quanto motore di ricerca più utilizzato in Italia, conserva una reputazione imbattibile. Essere “scelti” da Google significa guadagnare un valore intrinseco: un’occasione che non può essere lasciata sfuggire.

In cosa consiste il posizionamento SEO?

È quindi immediato passare alla seconda domanda: come posizionarsi correttamente per i motori di ricerca? Esistono dei criteri da rispettare? C’è bisogno di pagare il motore di ricerca? Le risposte sono complesse e articolate, ma informarsi è doveroso. Il posizionamento SEO, acronimo di Search Engine Optimization, è un insieme di good practices (buone pratiche), che ogni pagina web dovrebbe rispettare.

Queste buone pratiche riguardano un po’ tutti i campi della comunicazione: qualità tecnica del sito, qualità dei contenuti, utilità delle immagini, semplicità d’uso. I bot di Google, chiamati anche spider, valutano costantemente tutti questi parametri. Se il sito soddisfa tali requisiti sarà “premiato” con i primi posti della SERP per le keyword di riferimento. Di questo si parlerà nei prossimi paragrafi.

Interessante anche la domanda riguardante il lato economico: a differenza degli annunci sponsorizzati (cosiddetta strategia SEM), le strategie SEO non prevedono un pagamento diretto al motore di ricerca. Se per le campagne paid è necessario offrire un budget per ottenere una posizione preminente, le pratiche SEO non richiedono tale obbligo. Ciò significa che allo scadere dell’investimento nelle Ads il proprio sito scomparirà, chi investe in SEO può essere sicuro che il posizionamento avrà vita molto più lunga.

Cosa fa un SEO Specialist?

Lo sviluppo del settore ha conseguentemente creato una nuova figura professionale: quella del SEO Specialist. Si tratta di un lavoro interdisciplinare: lo specialista deve avere conoscenze tecniche, linguistiche e pubblicitarie, oltre a dover seguire senza sosta le ultime novità del settore. In altre parole un SEO Specialist si occupa di ottimizzare un sito o una pagina web già esistente e, in alcuni casi, ha un ruolo fondamentale nella creazione di nuovi progetti. Spesso il SEO Specialist collabora con una o più agenzie di comunicazione, in modo da entrare in sinergia con altre professionalità; altre volte il professionista è freelance, offrendo i suoi servizi a chi desidera investire in questa direzione. 

Nel caso si tratti di un nuovo progetto non ancora lanciato sul web, il SEO Specialist si occuperà di ottimizzare testi, metadati, immagini, percorsi di navigazione e valuterà l’infrastruttura tecnica alla base del sito. In caso di interventi d’emergenza, invece, un SEO prova a correggere ciò che non va e rilanciare il progetto del cliente.

I lavori più duri per un SEO Specialist consistono infatti nel superare le penalizzazioni di Google, ovvero cartellini gialli (spesso rossi) dati a un sito per aver costantemente ignorato le pratiche SEO. In tal caso il professionista si occupa di comprendere il problema, tentare di risolverlo e rilanciare con contenuti maggiormente “friendly”. 

La SEO off-page è parimenti fondamentale

Il lavoro di un SEO Specialist non si limita al sito web, ma riguarda anche elementi di contorno che possono contribuire al posizionamento. Google, infatti, replica il modello delle relazioni sociali: avere una buona rete di relazioni virtuali aiuta a migliorare la reputazione. Un SEO Specialist dovrebbe quindi intervenire, nel limite del possibile, anche sulla reputazione online: vedere cosa si scrive sul conto del cliente, qual è la sua presenza su eventuali aggregatori e cosa dicono le recensioni degli utenti. 
Fra le competenze di questo specialista “tuttofare” rientra anche la ricerca e l’eventuale correzione di una brutta reputazione.  

La scrittura di contenuti: il ruolo del SEO Copywriting

Come dicevamo prima un SEO non corregge solo gli errori, né è una professione totalmente votata alla tecnica. C’è anche tantissima creatività da non sottovalutare. Fra i compiti di questa figura c’è spesso anche il copywriting, ovvero la stesura di testi che siano ottimizzati. Come si ottimizza un testo?

In primis facendo una keyword research, ovvero un’analisi di quali possano essere le migliori parole chiave da sfruttare. Fatta la keyword research bisogna adottare tali parole (o frasi) nei testi, in posizione strategica. Bisogna raggiungere un ottimo compromesso: il testo dovrà risultare di facile lettura per gli utenti, ma deve anche impressionare in positivo i bot di Google.

C’è da dire che il punto di vista di bot e umani si avvicina sempre di più grazie agli sviluppi dell’intelligenza artificiale. Ecco perché un SEO Specialist, grazie alla strategia del copywriting persuasivo, dovrebbe convincere bot e persone. Nell’ambito di una strategia SEO spesso è inclusa anche la realizzazione di un blog o di una serie di contenuti multimediali. 

Un blog replica in tutto e per tutto i meccanismi di un giornale: offre articoli e contenuti interessanti ai clienti e – in più – promuove i prodotti o servizi dell’azienda. Per creare un blog serve molta organizzazione: bisogna fare una nuova keyword research per trovare gli argomenti più idonei e poi stilare un calendario editoriale per pubblicare con regolarità.
La ricerca keyword è fondamentale perché, sempre secondo una ricerca di Eskimoz, oltre l’80% del traffico è assicurato dalla coda lunga, ovvero dall’individuazione di frasi o gruppi di parole chiave specifiche. 

Parliamo delle “long tail” ovvero frasi che intercettano un interesse specifico dell’utente. Quando si fa SEO, infatti, non c’è nulla di più deleterio della genericità. Essere generici conduce all’anonimato: fare concorrenza a colossi del settore offre basse strategie di riuscita. Individuare le cosiddette nicchie, invece, permette di diventare big player in tanti piccoli settori. 

Analisi e monitoraggio dei dati

Come per ogni campo della comunicazione, anche la SEO si basa su dati empirici e verificabili. Ad oggi sono molti i servizi di analisi dati come ad esempio Google Analytics. Basarsi su questi dati aiuta a conoscere lo stato di salute del sito, la performance commerciale (vendite e conversioni) e il traffico di utenti in entrata. Un professionista è in grado di leggere questi dati per capire quali sono le criticità e – con i medesimi – stabilisce se la strategia immaginata ha avuto successo o è da rivedere.

La SEO non è una scienza esatta né un’arte segreta: ci vuole pazienza, capacità di analizzare i dati e uno sforzo di immedesimazione nel cliente. Grazie a questi tre elementi l’agenzia Eskimoz di Milano è diventata una delle più autorevoli in questo campo. Sarà possibile, grazie a loro, fare quel salto di qualità sperato a lungo.
 

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