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Coca Cola, lo spot al buio: mette intorno al tavolo il rocker, il disabile e l'islamico

Le etichette sono per le lattine, non per le persone. A questo grido la Coca-Cola del Medio Oriente promuove una campagna tutta particolare durante il mese del Ramadan: toglie il marchio dalle sue lattine per convincere i consumatori che non bisogna giudicare dall'aspetto, non bisogna etichettare le persone, come si suol dire. E, nello specifico, non bisogna giudicare negativamente le persone per la loro ortodossia religiosa. La multinazionale accompagna questa sua iniziativa con un video che ha tutto l'aspetto di un esperimento. Siccome bastano sette secondi per crearsi un pregiudizio nei confronti dell'altro in base all'aspetto esteriore, vengono messe intorno a un tavolo rotondo sei persone che non si conoscono e di differenti culture e caratteri per permettere loro di vedersi in una luce differente. La stanza è totalmente buia, così che i partecipanti alla situazione non si possano guardare nemmeno in faccia. Iniziano a dialogare, raccontandosi gli uni con gli altri le proprie vite, le proprie passioni. Lo spettatore segue la scena grazie a telecamere a infrarossi. Fino al momento in cui si accendono le luci, e i sei partecipanti guardano finalmente i loro aspetti esteriori. Il risultato è spiazzante, le persone non si sono lasciate influenzare dall'aspetto esteriore e hanno accettato le persone per quello che veramente sono. Uno dei partecipanti ammette addirittura che se avesse incontrato una persona come una di quelle incluse nell'esperimento, non si sarebbe di certo fermato a parlargli. Alla fine viene chiesto a ognuno di loro di guardare cosa c'è sotto le loro sedie. Vi trovano la lattina di Coca-Cola senza il logo Coca-Cola, ma con la scritta: Labels are fot cans, not for people. Le etichette non sono per le persone. Ogni tanto ce lo si dimentica.

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