Silvia Romano, P. Filippo (Nigrizia): proteggerla, no accanimento
Roma, 15 mag. (askanews) - "Vince la speranza" è il titolo che Nigrizia, rivista dei missionari comboniani dedicati all'Africa, ha scelto il giorno della liberazione di Silvia Romano. E padre Filippo Ivardi, direttore, commenta la notizia della cooperante italiana rilasciata sabato 8 maggio.
"La prima reazione è stata di immensa gioia nel riconoscere la bellezza di liberare una ragazza partita con entusiasmo, con passione, con degli studi per potersi mettere a servizio degli ultimi e dei dimenticati della storia. La prima reazione è di grande gioia e di speranza perché molti la davano già per morta; tanti non credevano che fosse più possibile al mondo mettersi a servizio degli altri, invece Silvia è la testimonianza molto bella per tanti giovani che vogliono ancora mettersi in gioco per un mondo migliore".
Poi le polemiche, perfino un accanimento sui social contro la ragazza che ha annunciato di essersi
convertita all'Islam. "Personalmente - prosegue padre Ivardi -, penso che in questo momento dobbiamo proteggere Silvia, non accanirci sulla sua conversione e di questo suo viaggio. Certo, quando si parte per l'Africa, bisogna partire preparati, non da soli ma all'interno di una organizzazione. Noi missionari prima di partire abbiamo tanti anni di preparazione anche perché il salto culturale è molto forte e che abbiano competenze. Ma le competenze non bastano, abbiamo bisogno di persone appassionate, di persone che hanno voglia di fare "causa comune", con un popolo per apprezzare e amare questa gente. Voglio ricordare padre Dall'Oglio che è stato colui che più di altri si è messo dentro in compresenza con il popolo musulmano".
Padre Filippo ben conosce i pericoli e le problematiche di un Paese, come la Somalia, dove Silvia si è trovata prigioniera: "La Somalia vive dal 1991 una crisi terribile, Paese dilaniato da lotte intestine, destabilizzata dal movimento terroristico Al Shabab che imperversa nel Paese. Quest'anno sono in programma le elezioni, non semplice, si cerca di rimettere in moto un Paese davvero frammentato e balcanizzato. Con grandissime difficoltà. Non sappiamo se con il Covid si terranno le elezioni".