Gaza City, 18 set. (askanews) - Lunghe file di palestinesi si dirigono verso sud portando con sé i propri averi. Il 16 settembre Israele ha lanciato la sua offensiva terrestre contro Gaza City, con il sostegno degli Stati Uniti, promettendo di distruggere Hamas nell'area.
Anche le immagini sono diventate sempre più rare, sia perché i giornalisti pure sono in fuga, sia perché le connessioni internet in particolare nella zona di Gaza sono frammentarie. Non è ancora chiara la strategia militare che l'IDF ha adottato mentre cresce l'indignazione internazionale. Anche in Israele migliaia di persone, tra cui i familiari degli ostaggi sequestrati dai militanti palestinesi durante l'attacco del 7 ottobre, hanno manifestato nelle ultime settimane chiedendo la fine della guerra.
Ma il primo ministro Benjamin Netanyahu, la cui maggioranza dipende dagli alleati dell'estrema destra, è rimasto inflessibile, insistendo che la guerra terminerà solo con la sconfitta di Hamas e in questo ha il sostegno incrollabile di Washington.
L'offensiva, lanciata il 16 settembre, è coincisa con la pubblicazione di un'indagine delle Nazioni Unite che ha accusato Israele di commettere un "genocidio" nel territorio palestinese un'accusa respinta da Israele come "distorta e falsa".
"I piedi ci portano a sud, ma non so dove andremo" dice questa donna lasciando Gaza City. "Dicono che dovremo pagare molto per affittare un posto, spero di trovare scuole e un tetto per me e i bambini. La cosa più dura è la sofferenza dei bambini, mi spezza e mi spinge a muovermi altrimenti sarei rimasta a Gaza".
Anche qui a Nuseirat lungo la strada costiera Al-Rashid, al centro della Striscia, l'esodo continua verso sud, lungo il mare, e chi può permetterselo affitta un camioncino o un carretto con o senza asino.
"Non abbiamo medicine o cure mediche" dice Umm Salah, un'altra sfollata. "Chiediamo a tutti arabi o non arabi di proteggerci per amor del cielo, siamo esausti". E un altro, Abu Hamouda al Dadouh, aggiunge "Noi non siamo soldati, non combattiamo né l'America né Israele, siamo a favore della pace e vogliamo vivere, fateci vivere".