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Binoche: "Penso alla regia e alle donne dico: sappiate dire no"

di TMNews mercoledì 26 novembre 2025
2' di lettura

Roma, 26 nov. (askanews) - E' stata acclamatissima dal pubblico Juliette Binoche al 43esimo Torino Film Festival, dove è arrivata per ricevere il premio Stella della Mole e presentare la sua prima regia, "In-I in Motion", documentario nato dalla collaborazione con il ballerino e coreografo britannico Akram Khan. "Il movimento mi ha sempre appassionato, perché esprime quello che abbiamo dentro, lo traduce in un gesto esterno. - ha detto l'attrice - In quanto alla regia mi piacerebbe continuare, un attore in qualche modo partecipa alla messa in scena, quindi mi sembra un'evoluzione naturale. Ho diverse idee ma per ora preferisco non parlarne".

L'attrice nella sua lunga carriera ha creato magnifici ritratti femminili con i più grandi registi, da Téchiné a Godard, David Cronenberg, Kie lowski, Leos Carax, Kiarostami, Kore'eda. Nel suo ultimo film, "The Return" ha interpretato una Penelope che lei ha definito "femminista". Oggi sulla sempre più diffusa violenza contro le donne ha detto: "Una donna non dovrebbe mai permettere di essere toccata, dovrebbe sapere dire: no. E' facile dirlo, mi rendo conto che ci sono situazioni in cui, se non hai lavoro, hai dei figli, potresti esitare, ma non bisogna aver paura di ritirarsi immediatamente da situazioni perverse. Ci sono associazioni che aiutano le donne ma questo dovrebbe essere proprio nella Costituzione: servono luoghi dove possano trovare rifugio dalla violenza".

E a proposito della violenza dei nostri giorni, dei conflitti a cui oggi assistiamo, l'attrice francese ha detto: "Le guerre ci sono sempre state, credo che bisognerebbe passare ad un altro livello, una virata a 360° rispetto all'atteggiamento che gli esseri umani hanno, una nuova consapevolezza. Sono convinta che ognuno di noi dovrebbe iniziare nella propria vita a superare l'egoismo, a trovare un nuovo equilibro tra sé e l'altro, però purtroppo siamo ancora agganciati a vecchi paradigmi".

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Milano, 26 nov. (askanews) - Un quadro finora mai visto dal pubblico, esposto o venduto del pittore impressionista Auguste Renoir è stato battuto all'asta a Parigi per 1,8 milioni di euro.

"Questo quadro è un capolavoro - spiega Christophe Joron-Derem - Innanzitutto, come avrete notato, è un capolavoro di intimità. Il pittore Pierre-Auguste Renoir ha voluto mostrare tutta l'intimità che c'è tra Gabrielle, la sua tata, Gabrielle Renard, molto famosa, che è stata modella per Renoir più di 200 volte, e Jean Renoir, che è diventato il grande regista che tutti conoscono, ovviamente". Suo figlio.

Il dipinto, intitolato "Il bambino e i suoi giocattoli - Gabrielle e il figlio dell'artista, Jean", è di 54x65 cm, realizzato a olio e in perfette condizioni. Dipinto tra il 1890 e il 1895 ed è stato conservato da Jeanne Baudot, unica allieva e amica intima del maestro, fino alla sua morte, nel 1957, nella sua casa di Louveciennes (regione parigina), dove Auguste Renoir aveva installato il suo studio. Poi è passato in mano agli eredi e infine venduto.

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Hat Yai (Thailandia), 26 nov. (askanews) - I soccorritori evacuano i residenti dalle aree allagate della città di Hat Yai, in Thailandia: poiché decine di migliaia di persone sono state sfollate a causa delle inondazioni che hanno ucciso almeno 34 persone in Thailandia e Malesia, secondo le autorità.

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Famiglia nel bosco, Nordio: se ci sono profili disciplinari, agirò

Roma, 26 nov. (askanews) -"Ho provveduto subito ad approfondire con urgenza la vicenda tramite l'ispettorato chiedendo la trasmissione di copia integrale di tutti gli atti che non sono ancora pervenuti", "è chiaro che laddove dovessero emergere profili di rilievo disciplinare, eserciterei i poteri che sono stati conferiti dalla legge".

Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, rispondendo alla Camera a un'interrogazione parlamentare della Lega sulle iniziative in relazione alla vicenda dei minori appartenenti ad una famiglia che vive in una casa in un bosco in provincia di Chieti.

"È chiaro che il prelievo forzoso di un minore, i presupposti che lo legittimano, non possono mai prescindere dal dovuto e difficile bilanciamento tra l'interesse del minore in prospettiva futura e quello attuale al mantenimento dello status quo. Si tratta di una misura estrema alla quale ricorrere dopo aver valutato attentamente le ripercussioni che un simile provvedimento può produrre sul benessere psicofisico del minore e sempre avendo come faro il superiore interesse sancito dalla Costituzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza" ha osservato Nordio.

"Personalmente ho anche manifestato la mia perplessità derivante dalla circostanza che, dopo anni e anni di bombardamento anche mediatico contro la civiltà dei consumi, contro la modernizzazione della vita, l'industrializzazione, l'eccessivo uso delle fonti di produzione elettriche o addirittura nucleari, quando poi una famiglia decide di vivere pacificamente secondo i criteri di Rousseau a contatto con la natura, si debba poi arrivare a dei provvedimenti così estremi. Naturalmente è una situazione che va considerata con grande attenzione bilanciando gli interessi degli uni e degli altri" ha concluso Nordio.

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Photo Grant Deloitte, in Triennale Carlos Idun e Fabiola Ferrero

Milano, 26 nov. (askanews) - Una mostra fotografica in Triennale per dare spazio ai due vincitori della terza edizione del Photo Grant di Deloitte, il concorso internazionale articolato in due sezioni che ha la direzione artistica di Denis Curti. "È l'occasione per i giovani fotografi, e per fotografi professionisti e non - ha detto ad askanews - di poter ottenere un contributo economico per continuare la propria professione da una parte e dall'altra di visibilità, perché chi vince il premio che si divide in due categorie sostanzialmente vince anche una mostra".

I due artisti selezionati dalla giuria sono estremamente interessanti. Il progetto "Hero, Father, Friend" del fotografo e regista ghanese Carlos Idun-Tawiah, vincitore nella categoria "Segnalazioni", è un viaggio dentro la memoria e le possibilità del futuro, una riflessione visiva e sentimentale sulla relazione tra padre e figlio, sorretta da un'idea forte di fotografia. "È un lavoro staged, è un lavoro di ricostruzione - ci ha spiegato Curti -. Carlos perde il papà quando era piccolo, ma se lo ricorda bene, ha delle fotografie nel suo album di famiglia, hanno conservato i vestiti. E lui ha pensato che la finzione poteva aiutarlo a immaginare il suo futuro e in questo futuro ha voluto che la presenza di suo papà fosse una costante. E quindi ha iniziato questo percorso dove ha preso degli attori, degli amici, bambini che interpretavano Carlos stesso, altri amici più adulti che interpretavano il papà e ha messo in scena tutti quei momenti che non è riuscito a vivere".

La messa in scena come forma ulteriore di realtà, come costruzione di futuro e come manuale per affrontare la perdita. Carlos Idun interpreta il medium fotografico al meglio delle sue possibilità, che restano comunque molteplici e si declinano, in Triennale, anche nel lavoro della vincitrice della categoria "Open Call" del Photo Grant Deloitte. "In questo caso - ha aggiunto il direttore artistico - ha vinto Fabiola Ferrero, una fotografa venezuelana che ha fatto un magnifico lavoro sull'ossessione della bellezza. C'è una cultura incredibile in questo Paese, dove fin da bambini si viene condotti verso delle esperienze che vogliono celebrare il tema della bellezza attraverso tantissimi concorsi per poi finire anche con delle cose un po' estreme come i concorsi per le nonne".

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