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Governo, ipotesi nuova manovra dopo l'estate

Ignazio Stagno
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Una doppia batosta che fa tremare il governo. Prima i dati sulla crescita esigua del Pil, poi lo spread che schizza da 154 a 180 nello spazio di 24 ore hanno mandato k.o. Renzi e Padoan. I dati sull'economia italiana smascherano finalmente le televendite di Renzi. Dietro il programma del governo c'è il nulla e dunque dopo la mancia di 80 euro pre-voto del 25 maggio, l'estate e l'autunno per gli italiani saranno in salita. Il governo infatti ha fatto male i conti. Secondo l'Istat il bonus Irpef non rilancerà i consumi. Genererà solo 1,5 miliardi di crescita, il resto verrà messo da parte dagli italiani per far fronte alle spese e alle tasse. Così lo spot del bonus che tanto piace al premier è andato in fumo. E per fare cassa il governo prepara altre manovre. Nuova manovra - Come racconta Affaritaliani, stando a fonti vicine al capo dell'esecutivo, qualora anche il secondo trimestre di quest'anno evidenziasse una flessione del Pil si renderebbe necessario un forte e stringente controllo delle coperture e delle spese. Non solo. Con un prodotto interno lordo negativo sarebbe a rischio il rispetto degli impegni con la Commissione europea e, per rispettare il rapporto deficit-Pil e per rispettare i parametri sul debito pubblico a settembre, come regalo per gli italiani che tornano dalle vacanze, potrebbe diventare inevitabile una manovra economica di aggiustamento dei conti. Il conto è presto fatto: nuove tasse in arrivo. Ancora tasse - Il governo prepara ulteriori tagli alla spesa (nel mirino sanità, scuola, enti locali, comparto della difesa e della sicurezza solo per fare qualche esempio) o addirittura nuove tasse per trovare quei fondi che verrebbero meno a causa di una crescita inferiore alle aspettative. Insomma Renzi dovrà mettere ancora le mani nelle tasche degli italiani. E probabilmente il primo punto che verrà affrontato dal governo è quello del canone Rai. La riforma della gabella più odiata dal Paese potrebbe portare nelle casse dell'erario quelle risorse che gli 80 euro hanno mandato in fumo. 

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