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Legge 104, ora arriva la 106: tutto sul nuovo permesso

giovedì 23 ottobre 2025
Legge 104, ora arriva la 106: tutto sul nuovo permesso

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Non solo la legge 104. Dal 1° gennaio 2026 nuove misure andranno ad affiancare la norma per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone con disabilità. Vengono infatti introdotte nuove tutele per i lavoratori che convivono con patologie croniche, invalidanti od oncologiche. Materialmente si tratta di ulteriori ore retribuite di permesso per visite mediche, analisi o terapie. Questo però solo per chi si trova in situazioni specifiche. Anche se la legge 106 dello scorso luglio è entrata in vigore il 9 agosto 2025, le novità scatteranno dal prossimo gennaio.

Ecco cosa prevede la legge 106 nello specifico. 

Dieci ore in più di permessi retribuiti

Ai tre giorni al mese della 104 per il lavoratore con disabilità, grave malattia oppure che assiste un familiare, si sommano altre 10 ore di permessi retribuiti l'anno per esami, visite o terapie per chi è affetto da patologie gravi (oncologiche, croniche o comunque invalidanti). Le ore extra potranno essere chieste anche dai genitori di figli minorenni affetti da tumori, malattie invalidanti o rare, con un grado di invalidità pari o superiore al 74%. I permessi spettano sia dai lavoratori del settore pubblico che del privato, con copertura contributiva garantita.  L'articolo 2 della legge specifica che le 10 ore si applicano "in aggiunta alle tutele previste dalla normativa vigente e dai contratti collettivi nazionali di lavoro".

Congedi lunghi e smart working

Oltre ai permessi orari, la nuova legge assicura anche la possibilità di chiedere un periodo di congedo di 24 mesi non retribuito, ma con la garanzia di non perdere il posto di lavoro. Al rientro, il dipendente ha anche il diritto di ottenere in via prioritaria - se compatibile con il tipo di lavoro - "la modalità di lavoro agile" (lo smart working).

Novità anche per i lavoratori autonomi, che potranno sospendere la loro attività per eventuali committenti fino a un massimo di 300 giorni all'anno (circa 10 mesi) mantenendo comunque attiva la propria posizione previdenziale e contributiva. Questo vale sia per i dipendenti che per le partite Iva e sarà sufficiente presentare una certificazione di malattia rilasciata dal medico generale o dallo specialista che ha in cura il lavoratore. 

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