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Caso Regeni, l'ambasciatore italiano torna in Egitto. Familiari furiosi

Giovanni Ruggiero
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"Consegnerò all'ambasciatore Cantini una lettera di missione che conterrà tante raccomandazioni per seguire passo passo l'evolversi delle indagini sul caso che ci sta a cuore. In questo senso, le iniziative di cui il nostro ambasciatore si farà carico, toccheranno tre aspetti: politico-diplomatico; contro l'oblio; a sostegno di azioni umanitarie. In ambito politico-diplomatico rientra la decisione di inviare a Il Cairo un esperto italiano incaricato della cooperazione giudiziaria sulla vicenda Regeni". È quanto dichiara il ministro degli Esteri, Angelino Alfano. "Il fatto che l'Egitto sia un interlocutore ineludibile su questioni dini di primaria importanza per l'Italia, come la stabilizzazione della Libia e la lotta al terrorismo, non significa che l'Italia intenda voltare pagina nella ricerca della verità sull'omicidio di Giulio Regeni". Così il ministro degli Esteri Angelino Alfano, dopo l'annuncio dell'invio al Cairo dell'Ambasciatore Giampaolo Cantini, dopo che l'8 aprile 2016 l'allora Capo Missione Maurizio Massari venne richiamato a Roma. "Consegnerò all'ambasciatore Cantini - annuncia Alfano - una lettera di missione che conterrà tante raccomandazioni per seguire passo passo l'evolversi delle indagini sul caso che ci sta a cuore. In questo senso, le iniziative di cui il nostro ambasciatore si farà carico, toccheranno tre aspetti: politico-diplomatico; contro l'oblio; a sostegno di azioni umanitarie". La famiglia Regeni esprime la sua "indignazione per le modalità, la tempestica ed il contenuto della decisione del governo italiano di rimandare l'ambasciatore al Cairo. Ad oggi - sottolineano i familiari del ricercatore ucciso - dopo 18 mesi di lunghi silenzi e anche sanguinari depistaggi, non vi è stata nessuna vera svolta nel processo sul sequestro, le torture e l'uccisione di Giulio. Si ignora il contenuto degli atti, tutti in lingua araba, inviati oggi, dal procuratore Sadek alla nostra procura, invio avvenuto con singolare sincronia mentre il governo ordiva l'invio dell'ambasciatore Cantini. La Procura egiziana si è sempre rifiutata di consegnare il fascicolo sulla barbara uccisione di Giulio ai legali della famiglia, cosi violando la promessa pronunciata il 6 dicembre 2017 al cospetto dei genitori di Giulio e del loro legale Alessandra Ballerini. La decisione di rimandare ora, nell'obnubilamento di ferragosto l'ambasciatore in Egitto ha il sapore di una resa confezionata ad arte". "Sappiamo - conclude la famiglia - che il 'popolo giallò di Giulio, le migliaia di persone che hanno a cuore la sua tragedia e la dignità di questo Paese, sapranno stare dalla nostra parte, dalla parte di tutti i Giuli e le Giulie del mondo e non si faranno confondere. Solo quando avremo la verita sul perchè e chi ha ucciso Giulio, quando ci verranno consegnati i suoi torturatori e tutti i loro complici, solo allora l'ambasciatore potrà tornare al Cairo senza calpestare la nostra dignità.

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