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Monti: "A ottobre 2011 Italia come la Grecia"

Il premier a PiazzaPulita pizzica il Cav: "Abbiamo rischiato tanto, che umiliazione in Europa". Sugli Eurobond: "Si faranno, ma non tra pochi mesi"

Giulio Bucchi
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  Sulla Grecia può succedere di tutto, gli Eurobond si faranno ma non subito, anche perché c'è ancora da convincere la Germania. E' la crisi finanziaria dell'Unione Europea il tema forte dei primi interventi del premier italiano Mario Monti a PiazzaPulita, il programma di La7 condotto da Corrado Formigli. L'esordio è tutto sul vertice Ue di mercoledì sera, in apparenza inconcludente, che ha attirato sui leader continentali molte critiche. "La mia valutazione è che si è fatto qualche importante passo avanti - commenta il professore -. Forse meno di quanto nella situazione attuale è necessario, ma più di quanto può apparire dai formali comunicati diffusi a fine vertice". Innanzitutto, gli eurobond. "Sono più numerosi quelli che si sono pronunciati a favore che quelli che si sono pronunciati contro", anche  se il tempo di realizzazione "non sarà qualche mese, sarà di più". Per la collettivizzazione dei debiti nazionali, infatti, "occorre anche il consenso della Germania in particolare, che qualcosa significa". La linea d'azione italiana, per questo, non può essere quella di picchiare il pugno sul tavolo ma la persuasione. "Anche perché - è la battuta di Monti - a Bruxelles quel pugno rimbalzerebbe...". Comunque, annuncia, le decisioni grosse arriveranno al vertice del 28 giugno. Grecia a rischio - L'altro capitolo è la Grecia. "E' certamente possibile il salvataggio - spiega il premier -. Può succedere di tutto ma l'esito positivo, per la Grecia ma anche per tutti, è il più probabile". Ottimismo cauto, dunque. Anche per l'Italia, che ora a detta del prof conta di più. "Non abbiamo più lezioni da ricevere. Siamo diventati attori compartecipi del destino dell'Europa e in grado di spingere tutti nella direzione del bene collettivo, Germania compresa". Il paragone, obbligato, è con il governo Silvio Berlusconi. "Il momento di maggior umiliazione, immagino, è stato il vertice di ottobre quando ci volevano obbligare a mettere sotto tutela dell'Ue i nostri conti e le nostre manovre". Un po' come la Grecia oggi. "Ma è un pericolo ormai scampato, credo. Ma a ottobre 2011 c'era il rischio di non poter pagare le pensioni, gli stipendi pubblici. Per fortuna c'è stato il presidente Napolitano, che ha rifiutato il ritorno alle urne e ha preferito un governo di ampia maggioranza. Ecco, la Grecia non ha avuto Napolitano".  

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