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Milano, indagini chiuse per Roberto Maroni sugli appalti dei lavori Expo: rischia rinvio a giudizio

Giovanni Ruggiero
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Si sono chiuse le indagini preliminari sul presidente della Lombardia Roberto Maroni, coinvolto nell'inchiesta sugli appalti per i lavori di Expo 2015. Il pm di Milano Eugenio Fusco ha indagato per turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente e induzione indebita per presunte pressioni che avrebbe esercitato per far ottenere un contratto con la società Eupolis a Mara Carluccio (indagata) e con Expo a Maria Grazia Paturzo (non indagata), sue ex collaboratrici quando era ministro dell'Interno. Tra gli episodi contestati a Maroni anche le pressioni che avrebbe fatto per far sì che Maria Grazia Paturzo partecipasse a un viaggio istituzionale a Tokyo per promuovere l'evento. In quell'occasione Maroni avrebbe dovuto guidare la delegazione della Regione Lombardia, ma rinunciò all'ultimo momento e al suo posto andò il vicepresidente Mario Mantovani. Nel caso in cui venisse condannato in primo grado per il reato di induzione indebita, Roberto Maroni rischierebbe di decadere dalla carica di Governatore della Lombardia in base alla legge Severino. Oltre a Maroni hanno ricevuto l'avviso di chiusura indagini, atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio, anche il segretario generale della Regione Andrea Gibelli, il capo della segreteria del presidente Giacomo Ciriello, Christian Malangone, dg di Expo, e la sua ex collaboratrice Mara Carluccio. Anche la società Expo indaga per violazione della legge 231 del 2001, ha ricevuto un avviso di chiusura indagini.

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