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Feltri sghignazza: "Colombe, falchi e galline tornano nel nido a testa bassa e becco chiuso"

Nicoletta Orlandi Posti
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Adesso Vittorio Feltri si aspetta di assistere uno spettacolo divertente, seppur silenzioso. La sentenza d'assoluzione di Silvio Berlusconi lo ha colto di sorpresa, lo ha detto chiaramente in tv, subito dopo le parole dei giudici della Corte d'Appello di Milano e oggi sul suo editoriale Feltri fa i conti con quelli che chiama "traditori": Pier Ferdinando Casini, Gianfranco Fini e Angelino Alfano che davano per spacciato il Cav e avevano come unico obiettivo di "accaparrarsi la poltrona del fondatore di Forza Italia e garantire ai supertiti la possibilità di restare in Parlamento se non al governo". "Obiettivo cancellato all'improvviso dalla inattesa assoluzione in appello giunta ieri a proposito del cosiddetto processo Ruby. I giudici", scrive il fondatore di Libero, "hanno restituito al leader morituro (nonché imputato) ampi margini di manovra politica e una sicurezza psicologica che gli consentiranno di cavalcare ancora la tigre". Ma Feltri non ce l'ha solo con loro (il "presuntuoso" Casini, il "topo" Fini e il "delfino senza quid" Alfano). Ce l'ha anche con "i tanti leaderini o aspiranti tali di assicurarsi un avvenire", che avevano anticipato "il funerale del vecchio e indomito trascinatore. Ma ecco, il giorno delle esequie si è assistito non alla tumulazione bensì alla resurrezione di quello che doveva essere il de cuius". "Gli azzurri", fa notare Feltri, "hanno esultato, però non tutti sinceramente: c'era chi nel mucchio selvaggio aveva davvero creduto di essere in procinto di fare un passo avanti. E invece la sentenza d'appello ha azzerato ogni ambizione fuori luogo: si è tornati allo statu quo ante. Il Cavaliere non è stato disarcionato. D'ora in poi egli sarà animato dall'ottimismo che lo rese famoso, frustrando coloro i quali desideravano fargli le scarpe. Intascato il verdetto favorevole, Berlusconi, ricaricate la batterie, sarà nuovamente protagonista, nel Paese, forse, di sicuro nel partito da lui costruito a caro prezzo". "Colombe, falchi e galline", tuona l'editorialista, "saranno obbligati a rientrare nel loro angusto nido, testa bassa e becco chiuso. Si annuncia uno spettacolo divertente, seppure silenzioso: Silvio rinfrancato cosa combinerà? Ah, saperlo!". "Però", conclude Feltri, "immaginiamo qualche scena e, in attesa di godercela, sghignazziamo".

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