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Sergio Marchionne, la terribile voce dalla clinica svizzera: "Ormai senza ritorno". La visita di John Elkann

Giulio Bucchi
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"Starò via solo pochi giorni, non c'è bisogno di cambiare troppo l'agenda". Sergio Marchionne si era congedato così dai suoi collaboratori, prima di entrare nella clinica svizzera di Zurigo lo scorso 27 giugno per l'intervento chirurgico alla spalla. Nessuno sospettava che le sue condizioni di salute sarebbero crollate, drammaticamente, nel giro di un paio di settimane. È Repubblica a fare il resoconto, terribile, dello stato in cui versa il Ceo di Fiat Chrysler. "L'operazione il 28 giugno, le prime complicazioni inattese ma gestibili, il quadro clinico sempre più instabile, l'allarme che intanto si allargava a macchia". Venerdì il crollo: al suo capezzale, scrive il quotidiano, i figli Alessio Giacomo e Jonathan Tyler e la compagna Manuela: "un primo tentativo infruttuoso di attenuare la sedazione senza che il paziente riuscisse però a respirare da solo, quindi l'aggravamento ancora più deciso, ormai senza ritorno. Il paziente non reagiva più". È a quel punto che John Elkann vola a Zurigo, per capire veramente quanto grave fosse la situazione. In quel momento, ammette, "mi sono reso conto che Sergio non sarebbe più tornato". 

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