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Sergio Marchionne, il vizio che forse lo sta condannando: "Sapevo che non riusciva ad evitarlo"

Giulio Bucchi
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Aveva smesso da qualche mese, Sergio Marchionne. Ma la sua passione, anzi vizio per le sigarette era cosa nota a tutti coloro che lo conoscevano. Spesso, rivela il Corriere della Sera, lo si poteva avvistare appartarsi in solitudine nel backstage di un evento o di una conferenza, per fumare. E Franzo Grande Stevens, l'ex vicepresidente della Fiat che contribuì a portarlo a Torino nel 2004, in una straziante lettera "d'addio" pubblicata sempre dal Corsera ammette: "Conoscevo la sua incapacità di sottrarsi al fumo continuo delle sigarette", e per questo quando ha saputo dell'aggravamento delle sue condizioni di salute giovedì sera, dalla clinica di Zurigo dov'è ricoverato da fine giugno per quello che doveva essere un "semplice" ma non meglio precisato intervento alla spalla, ha "subito capito che era vicino alla fine". Una conferma diretta di quanto anticipato sabato da Dagospia, parlando di un tumore ai polmoni fulminante.

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