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Legge stabilità, ecco tutti gli aumenti nascosti nella manovra

Ignazio Stagno
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Una manovra a base di aumenti. La legge di stabilità a quanto pare nasconde una serie di aumenti che il governo ha nascosto agli italiani. I primi effetti della manovra potrebbero riguardare, come racconta il Sole 24 ore, le accise sulla benzina. Aumenta la benzina - In attesa di un testo definitivo, una delle ipotesi circolate l era quella di una copertura da circa un miliardo di euro che sarebbe assicurata dall'aumento delle accise sulla benzina se non dovesse arrivare il via libera dell'Unione europea allo split payment ossia il meccanismo in base al quale sono le Pa a versare l'Iva e non le imprese fornitrici. Rincari in arrivo anche sul bollo auto.  Bollo auto - Nelle pieghe del Ddl di Stabilità è spuntata anche l'abolizione dell'esenzione dal pagamento del bollo auto per le auto storiche. Secondo l'Automotoclub storico italiano (Asi) il gettito per l'erario sarebbe appena di 7,5 milioni di euro mentre si rischierebbe di perdere 300-325mila veicoli d'interesse storico-collezionistico con una perdita stimata tra i 2,2 ed i 5,7 milioni per gli operatori del settore. Inoltre come già anticipato da Libero, la manovra metterà le mani nelle tasche dei pensionati. Tassazione pensioni - L'incremento della tassazione dei proventi percepiti dai fondi pensione, che passa dall'11,5% al 20%, avrà efficacia retroattiva dal 1° gennaio 2014 anche se - a parziale compensazione – il fisco terrà conto dei riscatti avvenuti nell'anno, per i quali varrà quanto già versato. Infine tra gli aumenti potrebbe spuntare anche quello dell'Iva grazie alla clausola di salvaguardia pronta a scattare dal 2016 se dovessero fallire gli interventi sulla spending review. Rischio sull'Iva - Per offrire adeguate garanzie a Bruxelles, il testo della Finanziaria ha messo nero su bianco un aumento dell'aliquota Iva agevolata del 10% di 2 punti percentuali nel 2016 e poi di un altro punto (13%) nel 2017. Mentre l'attuale aliquota ordinaria del 22% salirebbe al 24% nel 2016, al 25% nel 2017 e addirittura al 25,5% nel 2018.

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