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La Boldrini: "I migranti che arrivano da noi come i partigiani"

Matteo Legnani
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Terzomondismo, terzomondismo. E' più forte di lei. Proprio non ce la fa a trattenersi. Laura Boldrini, a lungo commissaria per i profughi alle Nazioni Unite, ha colpito anche questa volta. D'altra parte, con le stragi dei migranti nel Mediterraneo, questo è il momento in cui si sente chiamata sempre in causa. Tanto da infilare i suoi "adorati" profughi, o "migranti", come piace chiamarli alla sinistra, persino nel 25 Aprile. Quei giovani "che arrivano anche sulle nostre coste, che avrebbero preferito stare a casa loro ma non hanno questo privilegio, molti di loro oggi sono partigiani nel loro paese" ha detto la presedente della Camera. Ora, fare un paragone tra i profughi perseguitati nel loro Paese che sbarcano da noi e i partigiani che ci liberarono dal nazifascismo non è solo un paragone storicamente azzardato. Ma è anche un'ingiustizia nei confronti di quei nostri partigiani. Che, diversamente da quanto fanno i profughi che sbarcano da noi, non fuggirono dal loro Paese (l'Italia). Ma vi rimasero, anche a costo della vita, proprio per sconfiggere l'occupante nazista e dare una nuova libertà all'Italia.

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