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Silvio Berlusconi, il piano del Cav dopo il voto: diventare presidente della Repubblica nel 2022

Giovanni Ruggiero
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Cifre alla mano, la vittoria per il centrodestra per il prossimo 4 marzo sembra un obiettivo ben più che alla portata. La forza propulsiva di cui gode l'alleanza tra Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni sembra talmente corposa da concedere anche spazio per distinguo e piccoli scontri interni, ieri l'Europa, oggi i vaccini, domani la riforma Fornero e così via. Beghe fisiologiche, anzi utili per intercettare gli elettorati diversi di ognuno. Soprattutto sono beghe tollerabili se poi l'obiettivo, il giorno dopo il voto, è così delicato come quello che avrebbe in testa Berlusconi. Leggi anche: De Girolamo, la verità sulla salute del Cav: "Ve lo dico io come sta davvero" Le mire del Cav puntano in alto, di parecchio. Per questo sin dalle prime battute della campagna elettorale, dalla formazione delle liste in poi, niente è stato lasciato al caso. Tra i candidati di Forza Italia, riporta La Stampa, prevalgono i fedelissimi a discapito dei nomi illustri che andranno a formare gruppi parlamentari stabili e affidabili per le aspirazioni berlusconiane. Così il piano potrà proseguire, formando un governo con chi ne vorrà far parte, e soprattutto che tenga in piedi il Parlamento almeno fino al 2022. Sarà in quell'anno che il Cav calerà il suo asso, perché una volta ottenuta giustizia dalla Corte di Strasburgo, potrà conquistare il ruolo che ancora gli manca in carriera: la presidenza della Repubblica, da poco lasciata vacante da Sergio Mattarella. E se proprio non riuscirà questo piano, non è escluso che Berlusconi possa puntare a ruoli ben più prestigiosi, anche se meno visibili in Italia, per esempio alle Nazioni Unite, forte anche del sostegno incondizionato dell'amico Vladimir Putin. Leggi anche: Cosa c'è dietro il malore di Berlusconi, la voce tra i fedelissimi

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