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Alfano, no a Renzi sulle unioni gay. Il Pd tira dritto: "Si fanno lo stesso"

Giulio Bucchi
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Prima la legge elettorale e quel dialogo con Berlusconi e Grillo. Oggi le unioni civili per gli omosessuali: Matteo Renzi e Pd scavano il fossato intorno ad Angelino Alfano e il Nuovo Centrodestra, sempre più isolato all'interno della maggioranza. La compagine guidata dal vicepremier, per bocca di Roberto Formigoni su Libero di venerdì 3 gennaio, ha ribadito il no secco "su gay e immigrati", ribadendo che la priorità dell'esecutivo Letta deve essere solo e soltanto il lavoro. Lo stesso Alfano, intervenendo in merito alla proposta sulle unioni civili, lo ha ribadito: "Prima pensiamo alle famiglie". Intervistato dal Tg2, l'ex segretario del Pdl, ha anche messo i puntini sulla questione immigrazione: "Tra quelli che si sono cuciti la bocca nel Cie di Roma alcuni avevano già conti in sospeso con la giustizia. Con la sicurezza degli italiani non si scherza". Due bei paletti sulla strada del Pd renziano, che però tira dritto. Il Pd tira dritto - Al Senato, di fronte alla trattativa già stoppata sul nascere da Ncd, il gruppo democratico sembra intenzionato ad andare avanti comunque, magari contando sull'appoggio dell'opposizione grillina. "Le unioni civili - dicono i renziani Andrea Marcucci ed Isabella De Monte - non sono certo alternative ad interventi per le famiglie. Alfano è vicepremier, nel ddl Stabilità poteva inserire più provvedimenti economici di sostegno, e meno prebende. Comunque ricordiamo al leader del Ncd, che nel 1970 la legge Baslini-Fortuna che istituì il divorzio, passò nonostante l'opposizione della Dc, che pure aveva un peso ben maggiore del suo partitino". Affondo mica da ridere, anche con quel riferimento al "peso" politico del Nuovo centrodestra già sottolineato a suo tempo da Renzi. E' già stato depositato in Senato un Ddl a firma dei democratici Marcucci, De Monte, Laura Cantini, Rosa Maria Di Giorgi e di Linda Lanzillotta (Scelta civica) che riconosce le unioni civili per le coppie omosessuali. "Abbiamo offerto al Ncd la possibilità di fare un passo avanti in un'ottica riformista, se il partito di Alfano non ci sta, il disegno di legge andrà avanti cercando una maggioranza in Parlamento, esattamente come avvenne per il divorzio", concludono Marcucci e De Monte. E così Alfano si ritrova ancora una volta all'angolo su un tema forse non centrale per il governo, ma di sicuro impatto mediatico soprattutto sugli elettori del centrodestra. E non è un caso che Daniela Santanchè lanci un appello ad Alfano dal retrogusto sarcastico: "Dice che prima viene la famiglia? Caro Alfano, tu una famiglia ce l'hai e sta nel centrodestra. Siccome sei solo uscito di casa, molla l'amante che ti sta tradendo, torna con la tua famiglia e insieme difendiamo i nostri valori di riferimento. Sei ancora in tempo". A proposito di divorzi e (ri)unioni, più o meno civili. di Claudio Brigliadori

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