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La provocazione: Silvio Berlusconi senatore a vita

Andrea Tempestini
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La scomparsa di Claudo Abbado libera un posto da senatore a vita. Diversi i candidati pronti a prendere la sua poltrona. Sul nostro sito vi abbiamo dato conto della carica dei "mostri" di sinistra in lizza, tra i quali Eugenio Scalfari e, chissà, il pluritrombato Romano Prodi. Ma questa è altra storia. Quello che ci interessa, in queste righe, è lanciare una provocazione. Perché Giorgio Napolitano non nomina Silvio Berlusconi come senatore a vita? Per primo, zittirebbe i critici - tra cui noi di Libero - che hanno stigmatizzato le nomine agostane molto poco bipartisan di Re Giorgio. Ma, molto più importante, salverebbe il Cavaliere dall'assalto togato (sarebbe una sorta di grazia mascherata, quella grazia tanto chiacchierata e mai arrivata) e inoltrere toglierebbe lo stesso Cavaliere dal palcoscenico della politica attiva dove Berlusconi, pur senza mai esserne uscito, è rientrato con prepotenza dopo l'accordo sulla riforma elettorale con Matteo Renzi. Sarebbe un bel colpo, su più fronti, e in particolare per Napolitano. Infatti con l'ipotetica nomina il Colle blinderebbe quel governo Letta a lui tanto caro, quell'esecutivo al quale ha legato a doppio filo il suo mandato. Con il Cav senatore a vita avremmo un governo più solido, una sinistra che non sarà più costretta a confontarsi con il suo spauracchio (Silvio, appunto) e una nomina che per una volta guarderebbe anche a destra. Certo, uno scenario impossibile. Un po' perché, per Berlusconi, dopo la condanna e le possibili altre condanne in arrivo, è il momento più difficile della ventennale storia politica e giudiziaria. Inoltre, se tra le pieghe del processo Ruby spuntasse l'interdizione a vita dai pubblici uffici il rebus sarebbe irrisolvibile. Ma la provocazione va presa per quella che è, e con lei le possibili conseguenze: Berlusconi senatore a vita? Risolverebbe tutti i guai...

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