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Renzi al governo, le posizioni dei partiti: chi lo appoggia e chi no

Nicoletta Orlandi Posti
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Dopo la rottura con il vecchio Pd si potrebbero aprire nuovi scenari politici che prenderanno forma nelle prossime ore quando il nuovo governo Renzi si presenterà ai due rami del parlamento per ottenere la fiducia. Se questa è quasi scontata alla Camera dove la maggioranza uscita dal voto del 2013 può contare su un ampio margine, lo stesso non vale al Senato dove il segretario del Pd, sulla carta, ha solo 179 voti. Il margine del nuovo governo potrebbe tuttavia allargarsi di un'altra decina di voti. Voti che il segretario del Pd potrebbe trovare tra qualche dissidente dentro il M5s e dentro Sel. E che potrebbero dargli un sostegnoche va da un minimo di 7 (4 di Sel e 3 del M5s) a un massimo  di 11 voti (7 di Sel e 4 M5s), facendo così salire il pallottoliere a favore di Renzi di una forbice che andrebbe tra quota 186 e 190. Si tratta di calcoli ancora teorici ma ai quali potrebbero aggiungersi anche voti a sorpresa dalla Lega Nord. Renzi sembra infatti poter contare anche su inaspettato assist degli alleati storici di Forza Italia. Per ora dobbiamo attenerci alle dichiarazioni che i rappresentanti dei vari partiti hanno fatto all'indomani delle dimissioni di Letta, ma niente è scontato.  Forza Italia - Forza Italia è pronta a un'opposizione responsabile, ma aspetta Renzi alla prova dei fatti. Silvio Berlusconi riunisce lo stato maggiore del partito in piazza San  Lorenzo in Lucina e ribadisce quello che va dicendo in questi giorni: vediamo cosa succede nelle prossime ore, in ogni caso noi restiamo determinanti. Il Cavaliere guiderà la delegazione azzurra al Quirinale per le consultazioni e per ora preferisce stare ancora alla   finestra senza fare dichiarazioni ufficiali. Di certo il presidente di  Fi continuerà a dare il suo appoggio alle riforme, a partire dalla legge elettorale, forte anche dell'intesa sull'Italicum siglata prima   della staffetta, ma non farà sconti a nessuno.  A Berlusconi non è andata giù la scelta di Renzi di entrare nella stanza dei bottoni senza un passaggio parlamentare e senza   passare per le elezioni, dopo averle invocate fino all'ultimo. Matteo si contraddice, prima chiede le elezioni anticipate, poi si rimangia la parola, vediamo cosa vuole fare, sarebbe stato il ragionamento   fatto dall'ex premier coi suoi fedelissimi. Il Cav, dunque, rinvia ogni commento pubblico a domani, quando volerà in Sardegna per chiudere la campagna elettorale del   governatore Ugo Cappellacci. Nuovo Centrodestra - "In un governo di centrosinistra noi non ci stiamo", ha detto Algelino Alfano. Concetto ribadito anche oggi da Maurizio Lupi in una intervista al Corsera: "I ministri del Nuovo centrodestra a Enrico Letta sono stati vicini "fino all'ultimo". Ora, per l'esponente di Ncd, "si aprono due  strade. La prima è che si vada alle elezioni, delle quali non abbiamo  nessuna paura. La seconda, un governo di emergenza, di necessità, di   larghe intese o come lo si voglia definire, va verificata nei contenuti. Che intende Renzi con 'rilancio'? E a che governo pensa?   Perchè sia chiaro, in un governo di centrosinistra noi non ci stiamo". Lupi, tra l'altro, ammette: "E' vero che negli ultimi due-tre   mesi tempo ne abbiamo perso. Ma che si debba cambiare passo con una forte e coraggiosa azione di rilancio nei contenuti e negli uomini era  ed è chiaro a tutti noi. Le liti nel Pd, il congresso finito solo   oggi, lo hanno impedito". Movimento Cinque Stelle - "Penso che il Parlamento in questo Paese è sovrano e che le crisi si debbano risolvere lì", ha dichiarato Gianroberto Casaleggio, leader con Beppe Grillo di M5S in una intervista a La Stampa. "Non entro nel merito dei problemi del Pd - ha detto riferendosi alla staffetta Letta-Renzi - la mia è una obiezione di metodo. Sono i parlamenti e non i partiti a essere sovrani". Casaleggio, a proposito della durata di un governo Renzi fino al 2018, ha detto che "fare previsioni mi sembra azzardato. C'è un quadro di forte instabilità. Come dimostrano i primi mesi di questo nuovo anno con partiti che litigano e si separano". E sull'ipotesi fiducia al nuovo esecutivo, Casaleggio taglia corto: "Noi valuteremo le singole proposte, come sempre. La fiducia no, la fiducia è un'altra cosa". Lista Civica - "La relazione di Renzi ci ha dato una risposta molto importante. Chiedevamo chiarezza al Pd e chiarezza abbiamo avuto, soprattutto sopratutto sulla linea di radicale cambiamento di cui c'è bisogno". Lo afferma Stefania Giannini, segretario di Scelta Civica. "Renzi ha indicato un obiettivo che per noi era e resta molto importante - aggiunge Giannini - che è quello della legislatura costituente. Noi siamo entrati in Parlamento per riformare il Paese e di certo non lo si può fare con un Governo a orologeria". Lega - "Siamo un regime, è palese", ha commentato il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini. "Il discorso di Renzi è deludente: ho sentito poco o niente su lavoro, Europa, immigrazione. Sembra una guerra interna al Pd per la poltrona che la fa scontare agli italiani. Noi però continuiamo a non avere pregiudizi" e "se sarà Renzi" il presidente del Consiglio incaricato "diamogli un minimo di credito e vediamo cosa vuol fare".  "Vedremo cosa succederà nelle prossime ore - ha aggiunto Salvini - se si chiariranno, chi vivrà e chi morirà all'interno del Pd. Quando ci sarà un presidente del Consiglio incaricato un minuto dopo io chiederò di andare a parlargli". Sulla possibilità di un cambio di governo mantenendo l'attuale maggioranza, il segretario della Lega ha affermato che "lo vedo improbabile. E' un'armata brancaleone, un'ammucchiata. Magari tirano dentro qualche grillino o qualche forzista però le riforme costituzionali non le fai al luna park. E' una vergogna. Detto questo, se sarà Renzi" il presidente del Consiglio incaricato "diamogli un minimo di credito e vediamo cosa vuol fare".  Sel - "Se lo schema resta quello del governo Letta, non esiste alcuna possibilità per Sel di sostenere Renzi a Palazzo Chigi. Io mi siedo a ragionare solo se si discute di sofferenza sociale e di avanzamento nei diritti civili. Ed è impossibile farlo insieme a Giovanardi e pezzi del centrodestra. Il resto è fantapolitica", ha detto Nichi Vendola. "Un governo che non mette in discussione l'agenda dell'austerity, quella per cui l'Italia ha reso norma costituzionale il fiscal compact, quella che sta impoverendo tanta parte della società italiana, così come accade in tutta l'Europa meridionale, è per noi - prosegue il leader Sel - l'oggetto della nostra polemica".  "Da parte mia c'è anche un sentimento di sconcerto, anche per il modo, e non solo per la sostanza, di quello che sta accadendo. Abbiamo visto morire malamente la Prima Repubblica, e nascere una Seconda Repubblica che ci ha fatto rimpiangere la Prima. Se oggi segna il passaggio dalla Seconda alla Terza Repubblica, spero che domani non ci tocchi rimpiangere la seconda".  Fratelli d'Italia - "Letta vs Renzi? Sembra sfida Forlani-Fanfani. Una sorta di 'Prima Repubblica reloaded'", ha scritto su Twitter il presidente dei deputati di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. E Ignazio La Russa attacca: "Il nuovo programma di riforma di Renzi: la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti stabiliti dalla direzione del Pd".

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