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Errori alimentari e sedentarietà:ecco ‘l'autoritratto' degli italiani

Nel nostro paese sono in molti a considerarsi sovrappeso – talvolta erroneamente – ma sono troppo pochi quelli che fanno realmente qualcosa per migliorare il proprio stile di vita

Maria Rita Montebelli
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Il rapporto degli italiani con la bilancia non è dei migliori. È questo quanto emerge da un'indagine promossa dalla Fondazione istituto Danone, che si occupa di ricerca scientifica in campo nutrizionale, che ha presentato negli scorsi giorni a Roma un volume dedicato al tema, più che mai attuale, del sovrappeso e dell'obesità nel nostro paese prestando particolare attenzione ad un aspetto talvolta sottovalutato: quello della percezione del proprio corpo. I dati Istat 2016 attestano infatti che in Italia il 35 per cento della popolazione adulta è in sovrappeso e quasi il 10 per cento è obesa. Tuttavia l'indagine promossa dalla Fondazione ha evidenziato che la percezione è ancora più elevata: ben il 55 per cento degli intervistati, infatti, dichiara di avere un problema di sovrappeso. Questo contribuisce a generare una nevrosi del controllo del peso: il 25 per cento, infatti, ammette di salire sulla bilancia almeno una volta alla settimana, e di questi il 40 per cento lo fa ogni giorno o quasi. Alla domanda “Ha avuto problemi di peso negli ultimi 2 anni?” il 35 per cento risponde affermativamente. Per risolvere il problema circa la metà degli intervistati ha fatto ricorso a una dieta 'fai da te' e soltanto il 26 per cento si è fatto consigliare da uno specialista. Il campione intervistato, inoltre, è apparentemente consapevole del fatto che l'attività sportiva possa essere una soluzione: tuttavia 1 su 2 dichiara di non praticarla. Alla base di uno scorretto stile di vita prevale l'errore alimentare, infatti ben il 47 per centodegli intervistati ritiene che sia questa la causa primaria dell'aumento eccessivo di peso: un dato che fa riflettere sull'urgenza di diffondere informazione e fornire aiuti concreti per il cambiamento delle abitudini alimentari. Anche l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) mette in guardia su una tendenza che continua a crescere: pare infatti che il numero di persone obese nel mondo sia raddoppiato a partire dal 1980. In Italia, le società scientifiche lo scorso anno hanno lanciato un appello, chiedendo alle istituzioni di inserire l'obesità nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e di considerarla a tutti gli effetti una malattia; questo sarebbe un passo importante a tutela dei pazienti a rischio di una patologia che, a causa delle sue complicanze, uccide ogni anno 57 mila persone nel nostro Paese. In questo contesto che la Fondazione presenta ‘Sovrappeso e Obesità: Nuovi scenari dell'epidemiologia dell'obesità nell'ultimo ventennio', un volume scientifico pensato per specialisti ed esperti che raccoglie il frutto di studi e riflessioni sul problema obesità e sulle possibili strategie di intervento. Scopo di questa pubblicazione è, tra l'altro, fare luce sull'importanza e sulle tecnologie di valutazione della composizione corporea, oltre alla sola massa grassa, e spiegare come genetica, dieta, sedentarietà o situazioni di stress possano influenzare il sovrappeso e l'obesità. Questo lavoro scientifico è il nono volume della collana ‘Items – I temi della nutrizione', interamente curata dal comitato scientifico della Fondazione istituto Danone. “La Fondazione istituto Danone ha l'obiettivo di diffondere la cultura dell'alimentazione legata alla salute, un impegno che porta avanti dal 1991 – ha spiegato il presidente della Fondazione, il professor Lorenzo Morelli – riteniamo di primaria importanza contribuire a fornire strumenti qualificati e aggiornati ai professionisti della salute, per fare chiarezza e affrontare un'emergenza sanitaria così preoccupante quale quella dell'obesità. Questa è la sfida che abbiamo voluto cogliere e ci auguriamo che il nostro volume scientifico possa essere un valido supporto nella comprensione e nella corretta diagnostica del fenomeno, nonché un ulteriore stimolo per promuovere sane abitudini alimentari e corretti stili di vita”. “La collaborazione tra pubblico e privato, che insieme possono efficacemente lavorare per combattere una patologia in continua crescita, è fondamentale – ha dichiarato l'amministratore delegato e presidente di Danone Italia, Auguste Cyrille – sono molto orgoglioso dell'impegno costante della Fondazione e dei progetti scientifici che continua a promuovere e a diffondere. Sono personalmente convinto che tutto ciò possa contribuire ad una migliore alimentazione, a un miglior stato di benessere e di salute dell'intera comunità”. (MATILDE SCUDERI)

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