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Impotenza, l'esperto: una questione di testa, ecco come gli uomini possono salvare la loro vita sessuale

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Davide Locano
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Dato che con regolarità si propongono soluzioni sempre più miracolose, è opportuno fare un po' di chiarezza sulle varie cause della difficoltà o impossibilità da parte del maschio ad avere un'erezione. I rimedi sono da tempo oggetto di studio con relative applicazioni, dalle prime rudimentali protesi (anche metalliche) alle soluzioni “idrauliche” più sofisticate, dalle non certo gradevoli iniezioni sul glande agli ultimi, notissimi ritrovati della farmacologia. Ma si tratta di additivi (se non di palliativi) che affrontano il problema proponendo appunto soluzioni parziali che se per certi versi possono funzionare restano comunque dentro i confini della pura funzionalità. Leggi anche: Un'erezione di 12 ore: il gingillo che ti cambia la vita Malgrado i continui proclami, l'impotenza maschile dovuta a fattori fisiologici è piuttosto rara, una minima percentuale, di regola correlata a lesioni del sistema nervoso, al diabete mellito, alla sclerosi multipla, fermandoci alle prime cause. Nella maggior parte dei casi pertanto l'impotenza è di origine psicologica. Ma anche nel caso di oggettive problematiche a livello organico può essere utile il supporto psicologico. Non a caso uno dei più noti sessuologi al mondo ebbe a specificare una volta per tutte che l'organo sessuale più importante dell'essere umano è posto fra le due orecchie (vale a dire il cervello). E da lì che parte tutto. L'apparato genitale è subordinato alla materia grigia, e questo spiega anche l'infinita gamma delle preferenze sessuali. Nel linguaggio corrente l'impotenza maschile è identificata a tutto tondo con la disfunzione erettile, per cui il ricorso a farmaci e chirurgia, anche se indirizzati alla pura “meccanicità”, tiene conto del fatto che (non solo) nella cultura mediterranea l'identificazione fra impotenza e devalorizzazione del ruolo maschile è fortissima e largamente diffusa; in aggiunta una falsa convinzione è quella che associa il piacere alla sola erezione. Gli ultimi ritrovati (Viagra, Cialis, Levitra) se da un lato possono consentire la “performance”, ma non è la regola, dall'altro non possono fornire alcuna assicurazione sul piacere, che risiede appunto altrove. Va ancora ribadito, anche a distanza di decenni, che non si tratta di afrodisiaci, oltretutto inesistenti (scientificamente provato) ma di farmaci (vasodilatatori) “scoperti” durante le applicazioni sui cardiopatici. Possono offrire la funzione ma non l'eccitazione. Se ci si accontenta di dimostrare la propria virilità e questo basta si può prenderne atto, ma è la cornice di un quadro sbiadito, se non di una tela bianca. L'impotenza psicogena comprende numerose dinamiche mentali; si va, per sommi capi, dagli schemi fobici se la prestazione sessuale è vissuta come un collaudo o un test, a una “distanza” dalla sessualità con finalità autoprotettive, per arrivare alla “protesta” o alla “vendetta” nei confronti del partner attivando vari meccanismi di difesa per allontanare o anche punire l'oggetto del rifiuto. Si tratta di motivazioni inconsce ma nella cruda realtà contemplano incapacità e inadeguatezza per ogni conveniente messa a fuoco. La scienza non contempla i miracoli, dunque è bene guardarsi anche in ambito (psico)sessuologico da ogni roboante promessa, ma spesso queste problematiche, che potrebbero essere efficacemente affrontate, magari in tempi brevi, restano in un cantuccio per pudore, diffidenza ma anche per ignoranza. di Mauro Cosmai Psicoanalista-sessuologo

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