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Gonzalo Higuain, la maledizione con Juventus, Napoli e Argentina: il "braccino" del bomber

Giulio Bucchi
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Forse non lo ricorderete, ma Gonzalo Higuain lo aveva già fatto. Proprio come martedì sera nell' andata degli ottavi di Champions League contro il Tottenham, quando sul 2-1 ha avuto la palla per spegnere le ambizioni di rimonta degli Spurs. E l' ha sparata sulla traversa, ingannato dalla freddezza dell' immobile Lloris, ma soprattutto dai suoi fantasmi. Cioè dai ricordi delle tante palle pesanti buttate al vento nel corso della carriera. Tante importantissime, ma una in particolare incredibilmente simile all' ultima. Ci riferiamo ovviamente all' ultima giornata della Serie A 2014/15, quando il Napoli si trovò a giocarsi contro la Lazio l' ultima piazza per l' Europa che conta. Il Pipita aveva rimontato da solo i biancocelesti dallo 0-2 al 2-2, ma poi aveva fallito il rigore del sorpasso. Risultato finale? 2-4, Lazio in paradiso e Napoli quinto. Solo poche settimane prima, tra l' andata e il ritorno della semifinale di Europa League, l' argentino aveva distrutto il sogno europeo di Rafa Benitez fallendo almeno cinque occasioni davanti al portiere del Dnipro (segnò sia all' andata che al ritorno un certo Seleznyov, oggi disoccupato). La difesa sui social - Ecco perché dopo la serataccia dei bianconeri forse si può perdonare qualche esultanza di troppo ai rivali partenopei. Higuain, invece, non ha voluto concedere attenuanti ai propri tifosi troppo critici: «È facile parlare dopo la partita da un divano o una sedia», ha scritto il Pipita su Instagram, «fino al 2-0 era tutto perfetto, dopo il 2-2 il giudizio cambia velocemente. Andremo a Londra a prenderci questa qualificazione. Un abbraccio a tutti quello che veramente il bene della Juventus». Il discorso qualificazione infatti resta aperto, anche se a Wembley servirà un' impresa. E non si può certo buttare la croce addosso all' argentino che ha fatto reparto da solo, come gli chiede Allegri. Il problema è che gli errori di Higuain nei momenti decisivi iniziano ad essere davvero tanti, e non solo più nelle finali. Restano indimenticabili - per lui, l' Argentina e forse anche per il compagno Messi - i tre errori decisivi infilati in altrettante finali tra il 2014 e il 201. In Brasile l' occasionissima che si divorò nel primo tempo contro la Germania costò il sogno mondiale alla Selecciòn, poi beffata da Gotze al 113'. Nei due anni successivi l' incubo si è concretizzato in Copa America, per due volte contro il Cile sempre trionfatore ai rigori: nel 2015 arriva l' errore decisivo dal dischetto, dopo l' assist al bacio di Lavezzi buttato al vento al 92'. Un palo lo ferma l' anno dopo: l' andamento dei penalty gli risparmia il supplizio dell' ultimo tiro (4-2). Maledizione coppe - Il suo tabellino recita appena 4 reti in 13 finali disputate, e solo nelle Supercoppe di Spagna e Italia. Anche l' anno scorso si è divorato due palle d' oro contro la Lazio in Coppa Italia, ma i compagni hanno coperto le magagne (proprio come nell' ultimo atto dell' edizione 2014, Fiorentina-Napoli 1-3 con doppietta di Insigne e rete di Mertens 2014). A Cardiff, invece, a parte l' assist per Mandzukic, il Pipita è stato solo uno spettatore. Non è un caso che un programmatore argentino arrabbiato gli abbia dedicato nel 2016 un gioco per lo smartphone: si chiama "Pipita On Fire", e l' utente deve aiutare Gonzalo a segnare in una finale, liberandosi di avversari e... cibo. di Francesco Perugini

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