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Le colombe volano viaper salvare il governo

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Gli alfaniani fondano "Nuovo centrodestra": Schifani si dimette da presidente dei senatori pdl. Pronta l'unione con Scelta civica e Udc

Ignazio Stagno
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Scissione consumata. Pdl esploso alla vigilia del Consiglio nazionale, dopo giorni di tira e molla e vertici ad alta tensione. Lealisti avanti tutta con Forza Italia, innovatori pronti a lanciare gruppi autonomi. Nome scelto: Nuovo Centrodestra. Nc. Che, volendo, può stare anche per Noi Colombe. Perché, ormai, è palese: falchi da una parte, colombe dall'altra. I voli si dividono, fine delle trattative. Berlusconiani uniti sotto il vessillo della rinata Fi, con il Cavaliere più leader che mai, alfaniani fuori dal progetto azzurro, per nulla disposti a mettere in discussione la sopravvivenza del governo Letta neppure di fronte alle accelerazioni del Pd che spinge per la decadenza di Berlusconi. L'ultima mediazione, ieri sera, è fallita proprio su questo, la tenuta delle larghe intese. L'ufficio di presidenza convocato allo scopo di tentare ancora un accordo tra le parti, è stato annullato visto che i filogovernativi avevano posto condizioni «irricevibili» per i lealisti. Il documento delle colombe prevedeva: sostegno al governo anche in caso di decadenza del Cav e tre coordinatori scelti insieme da Berlusconi e Alfano con comune vincolo sulle liste elettorali. L'ufficio di presidenza avrebbe dovuto riunirsi per ratificare un testo unitario e consentire di arrivare all'appuntamento odierno il più possibile compatti o al massimo con minime defezioni. Niente da fare. Una super colomba sostiene che sono stati due super falchi quali Denis Verdini e Raffaele Fitto a fare saltare l'intesa (già traballante). Alle 18.30 Berlusconi ha telefonato al ministro Gaetano Quagliariello, innovatore per eccellenza, per comunicargli che i lealisti rigettavano l'accordo. Tensione alle stelle. Tutte le colombe hanno quindi stabilito di riunirsi in conclave all'albergo Santa Chiara (dove don Luigi Sturzo fondò il Ppi) per studiare le contromosse. Angelino Alfano in testa, poi Beatrice Lorenzin, Maurizio Lupi, Roberto Formigoni, Fabrizio Cicchitto, per citarne solo alcuni: scontato l'Aventino odierno, cioè il disertare il Cn, è prevalsa l'idea di strappare dando vita a gruppi separati. Divorzio in Parlamento. «Si fa la storia più per la stupidità di Fitto che per il nostro coraggio», è stato uno dei commenti in sala. Gli animi erano surriscaldati. Più tardi, Alfano dirà che comunque loro sosterranno Berlusconi «all'interno del governo, a iniziare da una giustizia più giusta e dall'abbassamento delle tasse». Ma intanto per i lealisti Angelino è ormai «un traditore». Il delfino che ha pugnalato la sua guida.  Da subito comincia il balletto delle dichiarazioni con Renato Schifani che «rimette il mandato da presidente dei senatori Pdl». L'ex numero uno di Palazzo Madama è nelle truppe alfaniane, come tanti siciliani che il 2 ottobre avevano firmato il documento per la fiducia al governo. Lo segue il vice, senatore Giuseppe Esposito. Mentre il falco, Renato Brunetta, resta al suo posto alla Camera.  Il pallottoliere ora dice che il Nuovo Centrodestra può contare su 37 filogovernativi al Senato e 23 alla Camera, si dice 9 europarlamentari. Cifre destinate a crescere, secondo loro, e a mandare Silvio all'opposizione, specie se si realizza quell'unione con l'Udc di Casini, i montiani di Scelta Civica, il gruppetto di  Mario Mauro, e perfino qualche deluso del Pd. L'obiettivo  è dare vita a un Ppe italiano, la casa dei moderati che in Europa è già rappresentata dal Partito popolare europeo.  Dall'altra parte, la frotta dei falchi procede spedita verso l'ufficializzazione della nuova Forza Italia. Un progetto che è già realtà da mesi, con la sede di piazza San Lorenzo in Lucina, inaugurata in pompa magna dallo stesso Alfano e da molti che ora hanno saltato il fosso. I lealisti non hanno dubbi. «È da un anno che tramavano per andarsene», spiega un azzurro doc. «Sono gli stessi che tifavano per Monti. Infatti l'intesa si è rotta non sugli assetti del futuro partito, ma sull'attaccamento a questo governo. Le colombe hanno preferito Letta a Berlusconi». di Brunella Bolloli

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