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L'editoriale

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di Maurizio Belpietro

bonfanti ilaria
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Quando Claudio Scajola fu sospettato di aver ricevuto un “aiutino” da 900 mila  euro per comprarsi casa di fronte al Colosseo, noi fummo tra i primi a scrivere  che non poteva rimanere in silenzio, ma aveva il dovere di spiegare come  fossero andate le cose, indipendentemente dall'inchiesta giudiziaria in corso. E non avendo argomenti per giustificarsi, al ministro per lo Sviluppo economico  non restarono che le dimissioni, epilogo scontato in una normale democrazia in  cui gli uomini politici sono soggetti al tribunale dell'opinione pubblica. Gianfranco Fini, che è sospettato di aver venduto un appartamento ricevuto in  eredità dal suo partito a un quinto del suo valore e poi d'averlo girato al  cognato, invece non solo non si dimette, ma neppure accenna ad alcuna difesa  del proprio operato. E ciò è ancora più stonato se si pensa che il presidente  della Camera non più tardi di qualche settimana fa si è fatto paladino di una  campagna moralizzatrice. Ma più il caso dell'abitazione di Montecarlo si arricchisce di particolari (ne dà conto in questa stessa pagina la nostra Roberta Catania) e più l'atteggiamento dell'ex capo di Alleanza nazionale appare viziato da superbia e arroganza. A  quanto pare la terza carica dello Stato ritiene di essere al di sopra di  qualsiasi critica e di non dovere in alcun modo render conto delle proprie  decisioni, in particolare di quelle dai risvolti patrimoniali. Così facendo  Fini si comporta peggio dei colleghi del PdL cui ha chiesto di far le valigie.  Almeno loro di fronte alle accuse hanno risposto e fornito una versione dei  fatti: Denis Verdini ha addirittura organizzato una conferenza stampa e non si  è sottratto alle domande dei cronisti, rispondendo da par suo anche a quelle  più invadenti. Il presidente della Camera al contrario da giorni si nasconde  dietro le frasi del portavoce e dei portaborse. Invece di dire parole chiare su  come l'eredità della contessa Colleoni sia stata ceduta a prezzi da saldo per  poi essere affittata a Giancarlo Tulliani e rivelare chi si nasconde dietro le  società paravento costituite in un paradiso fiscale, l'uomo che vorrebbe  impartire lezioni di moralità tace e affida la sua unica reazione agli  avvocati. Complice la grande stampa, che fino a ieri aveva dipinto la questione dell'appartamento di Montecarlo come una ritorsione in seguito al divorzio da Berlusconi, Fini ha avuto gioco facile nel sottrarsi alle domande scomode.  Probabilmente confida anche in un aiuto della magistratura, che quando vuole sa  aprire le inchieste per poi chiuderle in fretta, liquidando ogni mistero con un  non luogo a procedere, così come succede sempre se c'è di mezzo un oppositore  del Cavaliere. Per ciò che ci riguarda, indipendentemente dall'inchiesta  giudiziaria, dalla quale come avrete capito non ci aspettiamo nulla di nuovo,  noi non archivieremo la questione. La terza carica se vuole può continuare a  fuggire i cronisti così come ha fatto nell'ultima settimana, ma ricordi che le  domande, a differenza dei processi, non vanno in prescrizione.

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