Il colpo di fulmine è scattato durante un’estate a Folegandros, dopo anni passati ad ammirarsi a distanza: Cristina Tardito e Bosco Sodi, due menti creative a confronto e una sinergia profonda da cui è nata una collezione di moda (“Cracked Surfaces”) ispirata all’arte. «Il dialogo con Bosco è stato sorprendentemente naturale, istintivo, quasi come un viaggio condiviso in cui le nostre visioni si sono intrecciate in modo spontaneo. Ciò che mi affascina maggiormente del suo approccio è la capacità di conferire voce e anima alla materia grezza. La sua arte ha una forza intensa, viscerale, che scaturisce da un gesto primordiale ma profondamente autentica», ci racconta la stilista e Ceo del marchio Kristina Ti.
La collezione è suddivisa in tre concept stories: Imperfezione, Creazione e Trasformazione. Quale di queste tre la rappresenta di più oggi, sia come designer che come donna?
<Mi sento profondamente connessa al tema della Trasformazione. È una condizione costante nella mia vita, sia professionale che personale. Come designer e imprenditrice mi trovo ogni giorno a confrontarmi con la sfida di evolvere, di trasformare le esperienze – anche le difficoltà – in crescita, visione e nuove possibilità. Credo fortemente nel valore dell’adattamento continuo: trasformare idee, emozioni e materiali in qualcosa di nuovo, di inaspettato, è ciò che mantiene vivo e rilevante un brand>.
Il progetto ha radici in un’estate a Folegandros, tra legami familiari e paesaggi mediterranei. In che modo quell’esperienza ha influenzato il processo creativo e l’anima della capsule?
<Folegandros è stata una rivelazione. Lì è nato tutto: la luce cruda e limpida dell’isola, il silenzio interrotto solo dal vento, le passeggiate lente e i momenti condivisi con le nostre figlie hanno generato una connessione profonda. Quell’estate è stata una pausa dal tempo ordinario, un luogo dell’anima dove hanno preso forma intuizioni, emozioni, pensieri che sono poi confluiti nella capsule. È un progetto che nasce da uno spazio personale, ma che si apre a un sentire universale>.

La capsule celebra l’imperfezione, la materia grezza e l’energia della terra. In un mondo sempre più digitalizzato e “filtrato”, come trasferisce questi elementi nel design?
<Riportare l’attenzione sull’autenticità della materia è per me una forma di resistenza culturale e creativa. In un’epoca dominata dall’intelligenza artificiale e dall’estetica della perfezione digitale, riscoprire la forza della materia imperfetta significa restituire verità al gesto creativo. Lo stile, per come lo intendo io, nasce dal contatto diretto con i materiali, dalla manualità, dalla conoscenza che si sedimenta nel tempo. È un linguaggio fatto di sensibilità tattile, di memoria, di profondità. E credo che oggi ci sia un bisogno urgente di tornare a questo tipo di autenticità>.

A quale tipo di donna si ispira nella creazione delle sue collezioni? Come descriverebbe l'identità della donna Kristina Ti?
<Penso a una donna consapevole della propria unicità, che accoglie le sue contraddizioni come parte integrante della sua forza. È curiosa, libera, sensuale, ironica, a volte fragile ma sempre capace di rigenerarsi. La donna Kristina Ti non cerca di aderire a un modello: è profondamente connessa a ciò che è, più che a ciò che indossa>.
A quali mercati si rivolge attualmente e su quali sta concentrando maggiormente la propria strategia di espansione?
<Il Giappone rappresenta per noi un mercato maturo, in cui abbiamo costruito una presenza forte e strategica. Anche in altre aree dell’Asia registriamo risultati significativi. In questo momento guardiamo con grande interesse agli Stati Uniti e al Sud America: territori culturalmente ricchi, in cui vediamo un potenziale importante per lo sviluppo di Kristina Ti. Anche in Italia, nonostante le difficoltà generali del settore, stiamo vivendo una fase positiva. Stiamo crescendo in controtendenza rispetto al mercato, e questo ci conferma che una proposta autentica, sofisticata e radicata nel saper fare italiano può ancora fare la differenza>.
Daniela Mastromattei