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E se la colpa della rottura con la Real Casa fosse di Harry?

Con la loro intervista choc ad Opra Winfrey la coppia del Sussex ha rotto i ponti con l'Inghilterra. Ma forse chi guadagna di più è il Duca, tutt'altro che "ostaggio" della moglie

Francesco Specchia
Francesco Specchia

Francesco Specchia, fiorentino di nascita, veronese d'adozione, ha una laurea in legge, una specializzazione in comunicazioni di massa e una antropologia criminale (ma non gli sono servite a nulla); a Libero si occupa prevalentemente di politica, tv e mass media. Si vanta di aver lavorato, tra gli altri, per Indro Montanelli alla Voce e per Albino Longhi all'Arena di Verona. Collabora con il TgCom e Radio Monte Carlo, ha scritto e condotto programmi televisivi, tra cui i talk show politici "Iceberg", "Alias" con Franco Debenedetti e "Versus", primo esperimento di talk show interattivo con i social network. Vive una perenne e macerante schizofrenia: ha lavorato per la satira e scritto vari saggi tra cui "Diario inedito del Grande Fratello" (Gremese) e "Gli Inaffondabili" (Marsilio), "Giulio Andreotti-Parola di Giulio" (Aliberti), ed è direttore della collana Mediamursia. Tifa Fiorentina, e non è mai riuscito ad entrare in una lobby, che fosse una...

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L'intervista a Harry e Megan Foto: L'intervista a Harry e Megan
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E se, in fondo, al netto della grande performance attoriale di Meghan -che della vendetta ha studiato ogni frase, broncio, sospiro- la colpa fosse di Harry? E se Henry Charles Albert David Mountbatten-Windsor Duca di Sussex non fosse “l’Ostaggio” d’una moglie arpia, ma avesse egli stesso lanciato la bomba su Buckingham Palace con premeditazione?

E se ci fossero davvero le lamentazioni del Duca dietro l’intervista choc di Oprah Winfrey a lui e alla moglie, un grande melodramma che sta sconquassando l’Inghilterra? Falsità, razzismo (“e se nascesse un figlio troppo nero?”, sarebbe la voce di corte), bullismo dei membri dello staff della Regina, una cognata stronza: queste le accuse di Meghan verso il Palazzo, che hanno fatto eruttare l’universo del gossip. E perfino quello delle istituzioni britanniche. Dato che vista l’indisponibilità della Regina Elisabetta a partecipare al “circo” mediatico del nipotino lo stesso premier inglese Boris Johnson si è in parte schierato contro i bombardamenti di Harry e Meghan dall’America, neanche fosse Churchill sotto l’aviazione nazista. L’idea che Harry non sia il bamboccione manipolabile che la vulgata descrive, per molti sottende al vero carattere del Duca. Lo scandalo che oggi attanaglia i tabloid, sarebbe dovuto alla voglia di Harry rompere con la famiglia; al suo non rassegnarsi ad essere oscurato dal fratello William vero erede al trono sulla base dell’ineluttabile principio ereditario. Harry, per capirci era quello che indossava giacche griffate da svastiche naziste, che insultava i commilitoni, che girava a chiappe nude a Las Vegas. Non è ardito affermare che, comunque, sarebbe stato inadatto al ruolo.

Certo, poi, Harry non vedeva l’ora che arrivasse una cavalla matta quanto lui per fottersene del protocollo; e tentare un giro del mondo tra media e investimenti pubblicitari; e cercare inutilmente di trasmettere il titolo di Sua Altezza Reale anche ai figli, con violazione di tutte le regole del Regno. Tra l’altro, Harry è stato toccante e astuto nel rispondere a Oprah. Ha invocato l’intervista-denuncia contro la Casa Reale che anni prima, la madre Diana, Lady D, concesse a Panorama della Bbc, roba che fece naufragare il Royal wedding. E Meghan l’ha assecondato: l’abito nero di Armani volutamente contro il protocollo, i capelli raccolti, gli occhi cerchiati dal sonno, un vago sorriso, la voce strozzata. Meghan sembrava la Diana di un secolo fa, anche se a me ha ricordato certi sguardi languidi della Rachel Zane della serie Suits, di cui la Duchessa di Sussex fu (in)dimenticata interprete. Ecco. Come nella serie tv, in quelle inquadrature Meghan pareva recitare la parte di Rachel e Harry quella del marito Mike Ross; quando decidono, estenuati, di uscire dalla trappola del grande studio newyorkese di avvocati per dedicarsi ad un’attività filantropica. Il copione è lo stesso del film. La Ditta, cioè la Corte, diventa il luogo di intrighi e menzogne; i suoi abitatori s’identificano negli avvocati senza scrupoli; la loro fuga è il lascito di un mondo migliore ai propri figli. Il risultato è che il mondo anglosassone si divide in due: gli inglesi, coperti d’onta, vorrebbero spogliarli dei titoli reali, dopo averli privati dello stipendio (Harry vanta un patrimonio personale di 50 milioni di sterline). Gli americani stanno dalla parte di Harry & Meghan. Solo le celebrities democratiche americane. La gente normale pensa alla crisi economica, ai morti nelle corsie, ai vaccini che non arrivano. Una cosa è certa: tutta questa pantomima sualla Cbs (stasera l’intervista in Italia va su Tv8) vale 7 milioni di dollari di diritti e 325mila per ogni 30 secondi di spot. La coppia sta cominciando la sua attività di comunicazione, il suo nuovo mestiere. Il brand Windsor porta nelle casse dello Stato 1,76 miliardi di sterline all’anno; godere solo del riverbero di quel tesoro, sarà, per Harry un primo passo, finalmente, verso la sua realizzazione. Forse.

 

 

 

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