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"Apocalypto", il meglio e il peggio di Mel Gibson

Giorgio Carbone
Giorgio Carbone

Nato a Tortona (Al) il 19 dicembre 1941. Laureato in giurisprudenza a Pavia. Giornalista dal 1971. Per 45 anni coniugato all'attrice Ida Meda. Due figli. Critico cinematografico (titolare) per "La Notte" dal 1971 al 1995. Per "Libero" dal 2000 a oggi. Autore di tre dizionari: Dizionario dei film (dal 1978 al 1990); Tutti i film (dal 1991 al 1999); Dizionario della tv (1993).

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APOCALYPTO
Canale 9 ore 21.25. Con Rudy Youngblood, Raul Trujillo. Jonathan Brewer. Regia di Mel Gibson. Produzione USA 2006. Durata: 2 ore e 20 minuti

LA TRAMA
In Messico, nel XVI secolo (ma lo capiremo solo nel finale) vivono i Maya e la popolazione è oppressa da una feroce oligarchia. La ferocia è frequentemente espressa dai sacrifici umani. Indigeni poveracci vengono strappati dalle loro case e immolati sugli altari dei templi. Ma ogni tanto qualcuno si ribella. Come il giovane Zampa di Giaguaro che quando è già messo nella fila delle vittime designate, scappa e s'infila nella foresta cercando  di far perdere le sue tracce. Gli sgherri del regime gli sono presto addosso. Ma non è facile prenderlo. Anzi a conti fatti impossibile, perchè lo Zampa riesce a eliminare gli inseguitori a uno a uno.

PERCHÈ VEDERLO
Perché almeno nel primo decennio del secolo, Gibson era un grande regista di spettacoli. I suoi polmoni di narratore sono ancora quelli di "Braveheart" e "La passione di  Cristo". Certo, in "Apocalypto" si ritrova anche il peggio di Mel. Come la violenza che deborda volentieri nel sadismo. Come il vezzo (perché non è rigore, è solo vezzo) di far parlare i personaggi (come nel "Cristo") nella lingua di origine. Per fortuna le (necessarie) didascalie non disturbano troppo. Le due ore e passa sono solo azione.

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