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Senza campioni Gattuso non può fare i miracoli
mercoledì 19 novembre 2025

Senza campioni Gattuso non può fare i miracoli

Luciano Moggi
3' di lettura

Meno male che esiste Sinner con il suo tennis che, nella testa dei tifosi di questo sport, sta prendendo il posto del calcio. E l’Italia del tennis ha goduto così della vittoria del tennista azzurro: una giornata di “sole” nel grigiore autunnale. Che presto si trasformava però in tempesta per i tifosi del calcio dopo l’esibizione della nostra nazionale a San Siro, un’ora dopo la vittoriosa impresa di Sinner a Torino, perdendo con la Norvegia 4-1. Eppure gli azzurri avevano giocato discretamente nel primo tempo, chiuso addirittura in vantaggio (1-0) ma, secondo noi, contro avversari scesi in campo piuttosto leziosi ai quali poteva bastare il pareggio. E la gente ovviamente già assaporava la gioia di una vittoria contro la squadra che nella partita di andata ci aveva preso a pallonate.

Senza pensare però che i norvegesi erano venuti a San Siro per fare un allenamento, considerando che l’Italia, per sopravanzarli, avrebbe dovuto vincere almeno con uno scarto di nove gol e la fama degli azzurri non era tale da poter incutere timori reverenziali considerando le prestazioni precedenti: penavano infatti a fare due gol alla Moldavia alla quale la Norvegia ne aveva fatti undici. Ci poteva magari scappare la sorpresa di una nostra vittoria se il gol del vantaggio degli azzurri fosse arrivato verso la fine partita anziché all’inizio con i norvegesi dormienti a pensare che un pari a reti inviolate poteva anche andar bene. Anche se neanche una vittoria di corto muso, come suol dire Allegri, avrebbe cambiato l’esito finale del girone, ma almeno avrebbe permesso all’Italia di chiudere dignitosamente senza perdere la faccia contro avversari che, sentendosi invece pungolati dallo svantaggio del primo tempo, nel secondo cambiavano marcia, si vestivano da squadra superiore in tutte le parti del campo e ci ridicolizzavano.

Quando infatti la nazionale di Solbakken ha iniziato a giocare davvero, ha mostrato quello che all’Italia manca attualmente: i campioni capaci di fare la differenza, come Nusa che ha ubriacato il nostro Di Lorenzo facendo cedere di schianto la nostra difesa, o come Haaland che, pallone al piede, era spesso una sentenza. Una sconfitta umiliante tant’è che Gattuso che, dopo il 2-0 sulla Moldavia, aveva aspramente attaccato coloro che avevano criticato la squadra per la mancanza di gioco, si affrettava a chiedere loro scusa. Ma anche il mister ha le sue colpe perché nelle sue scelte ci sono stati più attaccanti e mezze punte che centrocampisti e difensori, come se avere più attaccanti fosse sinonimo di più gol: il contrario lo aveva già dimostrato Israele con il quale avevamo subito 4 gol cercando appunto di aggredire. Ma evidentemente gli insegnamenti non erano serviti a niente se con la Norvegia, ripetendolo stesso errore, ne abbiamo subiti altri 4, che fanno 7 in soli due incontri. Forse non si è voluto scrutare fino in fondo la vera realtà circa lo stato del nostro calcio, è bastato analizzare i risultati e fossilizzarsi sulle cinque vittorie su cinque di Gattuso senza tener conto della modestia degli avversari incontrati. E adesso aspettiamo marzo per i play-off, sobbarcandoci giudizi e pregiudizi di chi, prima della Norvegia si illudeva e adesso, dopo il disastro, sarà probabilmente catastrofico. La speranza è che mister Gattuso, l’uomo di cento battaglie, che sapeva trasformare la frenesia in energia positiva, sappia inculcare nella testa dei suoi allievi quanto lui sapeva fare in campo. Già sarebbe molto... Adesso scrive qualcuno che dopo Berlino 2006 è cominciata la crisi strutturale del calcio , è come un invito, purtroppo tardivo, a ripensare per chi ha voluto Calciopoli.