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Obama e Hillary, è cominciata la metamorfosi comunista dei democratici

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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La metamorfosi comunista del partito Democratico USA e' completata, e a dirlo non sono i repubblicani che sperano di attrarre dalla loro gli Indipendenti, ma i soli effettivamente autorizzati ad una simile asserzione: ossia i membri del PCUSA, il partito USA genuinamente comunista. Il “merito” della trasformazione e' di Obama, come ha scritto alcuni mesi fa David Kupelian, direttore di WND.com  (WorldNetDaily, website conservatore), a proposito della sparizione di ogni seria differenza tra i due partiti, il Democratico e il PCUSA: “Stupefacente per quanto possa sembrare, Barack ha trascinato l'intero partito Democratico tanto a sinistra negli ultimi sette anni da renderlo praticamente indistinguibile dal Partito Comunista. Se cio' vi sembra esagerato, basta che spendiate un po' di tempo a leggere il website del PCUSA per cercare”, invita Kupelian, “qualche significativa distinzione tra le preoccupazioni, le sensibilita' e le soluzioni del PCUSA e quelle del partito Democratico. Per esempio su questioni come i diritti dei gay, l'immigrazione incontrollata, l'energia rinnovabile, la redistribuzione della ricchezza, le condanne dei poliziotti come razzisti, la mutua pubblica universale statale”. La ricerca di diversita' e' vana, l'identita' di vedute e' completa. “Non sottovalutate Trump e i repubblicani”, hanno scritto nelle cronache dei giorni scorsi i “reporter-militanti” del giornale di partito, People's World (Il Mondo del Popolo), accreditati alla Convention Democratica di Filadelfia. “Mentre l'establishment del GOP e' stato sorpreso dall'insurrezione di successo del cosiddetto outsider Trump, essi sono uniti per lo stesso scopo: produrre piu' ineguaglianza , piu' miseria, piu' instabilita' e violenza contro la classe lavoratrice di tutte le razze, generi, religioni e orientamenti sessuali. Sono uniti con le grandi corporation e la classe dei miliardari nella loro determinazione per abbassare gli stipendi e le condizioni di vita e aumentare i loro profitti e il loro potere. Con il senatore Bernie Sanders che ha dato l'endorsement al segretario di Stato Hillary Clinton il messaggio e' suonato forte e chiaro, ‘uniti, noi siamo piu' forti'. Questo e' quello che ci vorra' per vincere in novembre”. Il gergo e il tono  retro' usato dal PCUSA e' in sintonia con i DEM obamiani del terzo millennio. La prova della nuova alleanza, anzi dell'identificazione tra i due partiti, e' dunque nel loro presente, ma anche nel passato di Barack & Hillary. I comunisti organizzati nel PCUSA del secolo scorso avevano sempre partecipato alle elezioni con candidature proprie fino al 2008, quando scelsero di appoggiare Obama. “Nei tempi passati, quando gli stalinisti Gus Hall e Angela Davis venivano regolarmente nominati ogni 4 anni dal PCUSA come candidati presidenziali o vicepresidenziali, i Comunisti USA avevano una seria distanza politica con i Democratici”, ha detto Joseph Farah, fondatore di WND.com  ed ex rivoluzionario comunista in gioventu'. “Ma negli anni recenti il partito ha optato per il fronte unito con i Democratici, con i quali ora le differenze sono pochissime, sempre che ce ne sia qualcuna”. Sono le biografie di Barack e, prima di lui, della stessa Hillary a fornire ai Comunisti Usa di oggi la garanzia che possono ideologicamente fidarsi degli attuali dirigenti del partito Democratico, e che non serve piu' avere una autonoma entita' politica marxista per perseguire la “rivoluzione” proclamata dalla campagna di Bernie Sanders. Se il senatore del Vermont e' sempre stato sincero nella sua adesione al socialismo, e infatti ha vissuto da isolato la sua carriera trentennale in Congresso, Obama e la Clinton si sono furbamente mimetizzati, quando serviva, per avanzare da adulti nella loro carriera pubblica. Al Wellesley College, la futura First Lady scrisse una tesi largamente favorevole su Saul Alinsky, figura mitica del radicalismo di sinistra, teorico delle tattiche di manipolazione dei media e di demonizzazione degli avversari nel suo celebre manuale “Le Regole per i Radicali”. Quanto a Barack, e' stato lui stesso a lodare, nell'autobiografia,  il ruolo importante per la propria formazione giocato dal mentore Frank Marshall Davis, afro-americano con tessera del PCUSA. Davis frequentava la casa di Honolulu del nonno bianco di Barack ragazzino, che poi negli anni della Columbia partecipo' alle attivita' del gruppo degli Studenti Socialisti, scrivendo anche un articolo anti Reagan sul giornalino universitario. di Glauco Maggi

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