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Boom di abusi sessuali nell'esercito. Questa volta non è "colpa" di Bush

Con Obama sono aumentati i casi di marines molestati o stuprati, ma ora i giornali tacciono

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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di Glauco Maggi Prendete lo stesso “problema” e cambiate il presidente. E' uno spasso (amaro e avvilente) vedere come cambiano i liberal nel commentare il “problema del giorno”: prendiamo il New York Times, capofila della sinistra mondiale globale. Il problema di oggi è “ci sono tanti abusi sessuali che capitano nell'esercito americano, e secondo le statistiche sono in aumento”. Quando c'era George Bush, a parte se ci fossero aumenti o diminuzioni, le inchieste e gli editoriali sulle molestie sessuali in divisa avevano tutti il tono del “con un comandante in capo cowboy e villano, un bullo texano, bianco e cristiano, è ovvio che i marines e i fanti sono violenti e amorali stupratori. Il marcio è nella testa, l'esempio viene dall'alto, è un problema culturale”. Insomma, la colpa è tutta sua, del repubblicano guerrafondaio. E l'esercito, sotto di lui, è un disastro irriformabile. Ora che c'è il premio Nobel della Pace Obama a comandare le truppe, sentite il tono. “Il presidente arrabbiato e il Congresso richiedono azioni per controllare il problema”, scrive il giornale avendo il Pentagono appena rilasciato le cifre, invero inquietanti, dell'incremento degli assalti. Secondo un sondaggio biennale anonimo del ministero della Difesa con questionari mandati ad un campione di 108mila soldati in attività, le percentuali emerse sono di  26 mila persone nelle Forze armate che sono state sessualmente assaltate nel 2012, un bel balzo dalle 19mila della ricerca precedente del 2010. In numero, le molestie accertate dei militari, denunciate e registrate, sono salite dai 3192 casi nel 2011 ai 3374 dell'anno passato. Lo studio, per ironia della sorte, è stato pubblicato due giorni dopo che il comandante responsabile del programma per la prevenzione delle molestie sessuali nell'Aviazione, il colonnello Jeffrey Krusinsky, era stato arrestato ubriaco e denunciato per un attacco sessuale ad una donna (palpata pesante al seno e strizzata delle chiappe) nel parcheggio di Arlington, in Virginia, cittadina famosa per ospitare il cimitero degli eroi dell'esercito americano. Ma invece di vedere nel comportamento dell'alto ufficiale la prova del degrado dell'esercito, del sistema militare, della catena di comando, su su fino alla Casa Bianca, che cosa non ti sbatte in prima pagina, nella colonna di destra l'8 maggio per chi se la vuole godere, la Bibbia della sinistra al cachemire? Un bel pistolotto di Barack, che esprime “esasperazione con i tentativi del Pentagono di portare le molestie sessuali sotto controllo”. Lo riportiamo volentieri, perché mostra il lato pugnace e battagliero del presidente cavaliere bianco che sa lui come raddrizzare i guasti: “La conclusione è che io non ho alcuna tolleranza per questo (il problema emerso dal sondaggio sulle molestie in crescita NDR). Se noi troviamo qualcuno che è invischiato in questa roba, costui deve essere ritenuto responsabile, processato, privato della sua posizione, sottoposto alla legge marziale, licenziato, estromesso dall'esercito con disonore. Punto”.  Si avvertono i brividi della cronista Jennifer Steinhauser  nel riportare l'appello vibrante del boss, quando aggiunge che "il presidente ha detto di aver ordinato al ministro della Difesa Chuch Hagel (l'omofobo che attaccò Clinton che aveva nominato come ambasciatore del Lussemburgo un gay dichiarato, ndr) di alzare esponenzialmente la nostra sfida per prevenire i crimini sessuali e ha detto che voleva che le vittime militari di assalti sessuali sapessero che: io sono con loro, le sostengo” .  Nell'articolo non trovate dei riferimenti al passato. Per esempio, quanti erano stati gli assalti sessuali nel 2004, anno di mezzo dei due mandati di George Bush, come il 2012 è quello di mezzo dei due mandati del presidente “arrabbiato”. Erano stati 880 i casi di militari molestatori di altri militari, per un totale di 1700 se si contano anche le violenze fatte o subite su o da militari in servizio contro persone esterne all'esercito. Chi ha un po' di memoria può ricordare che l'esercito Usa sotto Bush era visto in tale stato di degrado morale da meritare la copertina dell'inserto domenicale patinato del New York Times , nel marzo del 2007, ai casi di donne in divisa vittime di violenze e stupri, con la colpa data ovviamente al bushismo. Allora si trattava di unire l'utile con il dilettevole, spargere veleno sulla guerra in Iraq e Afghanistan attraverso le angustie delle soldatesse. Oggi il focus dell'amministrazione è tutt'altro: la “tolleranza zero”, disastrosa nei suoi risultati cifre alla mano, contro i mariuoli sessuali, malgrado lui le guerre che dovrebbe fare se ne guarda bene (Siria, 70mila morti e uso di armi chimiche di distruzione di massa contro i civili) . E gli applausi dei media amici, compresi e partecipi per la lotta senza quartiere del comandante in capo contro il “problema”. twitter @glaucomaggi  

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