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Le foto del bunker di De Santis: croci celtiche e slogan fascisti

simone cerroni
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Celtiche, cartelli fascisti e uno scantinato che assomiglia ad un covo di al-Qaeda. Questo è quanto si può vedere nelle foto di Facebook del profilo di Daniele De Santis, detto Gastone o Danielino, accusato di aver sparato contro alcuni tifosi napoletani a pochi passi all'Olimpico, prima della finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli sabato 3 maggio. Il covo - Un vero e proprio bunker dove si trovano bandiere con la croce celtica in campo rosso, il ritratto di Mikis Mantakas, il giovane estremista greco di destra ucciso a Roma nel '75 nel corso degli scontri avvenuti nelle strade durante il processo agli imputati accusati del Rogo di Primavalle, gli scatti in curva sud accanto a ultras di altre squadre, uno striscione per Gabriele Sandri - supporter laziale ucciso da un poliziotto in autogrill - i suoi cani, e poi bastoni, fumogeni e caschi neri. L'arresto - De Santis è stato arrestato con l'accusa di tentato omicidio. A motivare il provvedimento della magistratura sono le indagini della polizia, basate su immagini e testimonianze univoche raccolte tra passanti e coinvolti nello scontro: tutto, secondo gli investigatori, inchioda De Santis. Ma ieri è arrivato il colpo di scena. La prova dello stub - Secondo i risultati dell'esame dello stub, De Santis non ha sufficienti tracce di polvere da sparo sulle mani. A rendere noti i risultati del test, che rileva la presenza di nitrati sulla pelle di chi ha utilizzato armi da fuoco, è stato il pm Antonio Di Maio. Sulle mani di De Santis, infatti, è stata rilevata soltanto la presenza di due particelle residue di polvere da sparo, mentre ne servono tre perché la prova venga considerata positiva e quindi schiacciante. Come dire in questo caso tre particelle fanno la prova. A questo punto è stata confermata l'ipotesi che a colpire Ciro Esposito potrebbe non essere stato l'ultras della Roma.

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