Pd, limite dei tre mandati: i "big" che resteranno fuori dalle prossime elezioni politiche
Dieci anni fa, i fondatori del Pd inclusero nello statuto del partito una norma per allora rivoluzionaria, ma che negli anni è poi stata annacquata o indebolita da molteplici deroghe: il limite dei tre mandati per i parlamentari è tra l'altro poi interpretato come un cumulo complessivo di 15 anni in Parlamento (se poi le legislature fossero durate di meno, i parlamentari sarebbero stato eleggibili per più di tre legislature). Nonostante, appunto, le deroghe che, ad esempio, nel 2013 hanno "salvato" Rosy Bindi (19 anni in Parlamento), Anna Finocchiaro (25) ed Enrico Morando (19), la norma servì per lasciare fuori dalle liste Walter Veltroni (che decise di farsi da parte da solo), Massimo D'Alema (che accettò, obtorto collo, al termine di una campagna virulenta condotta nei suoi confronti da Renzi), e altri "big" come Castagnetti e Marini. Ora, in vista delle politiche 2018, sarà possibile derogare al limite dei tre mandati con voto favorevole della maggioranza assoluta della Direzione nazionale Dem per quei parlamentari il cui contributo sia "fondamentale alla luce dell'esperienza politico-istituzionale, delle competenze e della capacità di lavoro" acquisite nel tempo". Tra i "derogati", scrive il quotidiano Il Giorno, rientrerebbero così Paolo Gentiloni (quattro legislature sulle spalle), i ministri Franceschini (quattro), Minniti (quattro) e Orlando (tre). Ma molti altri, circa 50 parlamentari (30 deputati e 20 senatori), finirebbero sotto la mannia: tra questi la Finocchiaro (8 legislature), Fioroni e Sposetti (cinque), Zanda, Latorre, Sereni, Chiti e Tonini (quattro), Cuperlo e Damiano (tre). Solo Rosy Bindi ha fatto sapere che non si ricandiderà , mentre altri big ex Pd come D'Alema e bersani hanno risolto il problema trasferendosi in Mdp, dove il limite dei tre mandati non esiste.