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Per la liberazione del carabinierevogliono un detenuto e dei terreni

Il capo della sicurezza dell'ambasciata italiana a Sanaa è nelle mani di una tribù di Marrib

Nicoletta Orlandi Posti
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Il carabiniere addetto alla sicurezza dell'ambasciata italiana a Sanaa è stato rapito da membri di una tribù ed è tenuto in ostaggio nella provincia petrolifera di Marrib. Lo hanno riferito fonti del ministero dell'Interno yemenita. Fonti tribali hanno spiegato alla reuters che per il suo rilascio chiedono un indennizzo per la detenzione di un loro parente e la restituzione di terreni che sostengono essere di loro proprietà nella capitale yemenita. In precedenza membri di tribù avevano accettato di lasciare la sede del ministero dell'Interno a Sanaa che avevano occupato domenica per chiedere più posti di lavoro. Alessandro Spadotto, questo il nome del carabiniere, era in Yemen da sole tre settimane come responsabile della sicurezza dell'ambasciatore italiano Luciano Galli: è stato prelevato alle 13.15 ora locale nel quartiere diplomatico, nei pressi della legazione.  I sequestri di stranieri sono frequenti in Yemen, messi in atto soprattutto da clan tribali che cercano poi di ottenere soldi in cambio della liberazione degli ostaggi. Negli ultimi 15 anni sono state sequestrate oltre 200 persone, la gran parte delle quali è stata poi rilasciata. Lo scorso aprile è stato liberato un operatore della Croce Rossa a Hudaida, città portuale al nord, mentre nelle mani dei rapitori resta una donna svizzera rapita lo scorso marzo, sempre a Hudaida. 

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