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Il diavolo veste Barbara

Barbara Berlusconi

La figlia del Cavaliere acquista sempre più peso nel club, dettando strategie e spostando gli equilibri della gestione della società

Nicoletta Orlandi Posti
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  Era nell'aria, il cda del Milan di ieri lo ha sancito. Un anno esatto dopo il suo ingresso nel consiglio di amministrazione, Barbara Berlusconi acquista sempre più peso nel club, dettando strategie e spostando gli equilibri della gestione della società. Sempre in mano a papà Silvio, sempre più orientata verso la corrente dell'intoccabilità del gioiello di famiglia. Rimarcando che il Milan non si discute, nonostante le voci di frequenti screzi con i fratellastri Marina e Piersilvio, scottati dalle annuali perdite da ripianare, ma costretti a far buon viso a cattivo gioco. Il Cavaliere, infatti, si è presentato nella sua  ritrovata veste di presidente onorario staccando un assegno da 28 milioni di euro per coprire parte del passivo di 67,3  (contro i 69,8 dell'anno 2010), ripianato poi «da Fininvest», come sottolinea l'ad Adriano Galliani (confermato vice-presidente vicario), che ringrazia «la passione del presidente, anche se siamo primi per i diritti commerciali. I diritti tv dipendono dalla Uefa e dalla Lega e con la legge Melandri qualcosa abbiamo perso dal precedente esercizio», aggiunge, «tutta la perdita del calcio italiano è in capo a Milan, Inter, Juventus e Roma. Nel calcio le grandi devono dividere i ricavi anche con le altre squadre e questa è un'anomalia. Senza Fininvest non potremmo essere un'eccellenza sportiva nel mondo». Il meeting di ieri, come detto, ha fatto da sfondo a importanti novità volute ed ottenute da Barbara, ancora legata a Pato. Primo, riduzione dei membri del cda da 13 a 8, per renderlo un vero organo operativo, mentre nella forma appena bocciata era ritenuto pletorico e inutile. Secondo, inserimento nel cda di un uomo che in questi mesi ha lavorato a fianco di Barbara: Antonio Marchesi, professore e esperto di management sportivo (unico nuovo ingresso). Terzo, Barbara diventa capo dell'ufficio “Progetti Speciali”, che avrà il compito di esplorare nuovi mercati, lo sfruttamento del marchio e lo studio delle altre realtà commerciali dei grandi club europei. Che in epoca di imminente fair play finanziario significa la creazione e la gestione di fondamentali canali di finanziamento. Questo il nuovo cda: Barbara Berlusconi, Paolo Berlusconi, Pasquale Cannatelli, Leandro Cantamessa, Alfonso Cefaliello, Giancarlo Foscale, Adriano Galliani e Antonio Marchesi.  Intanto, secondo Forbes, il Milan vale il doppio dell'Inter. Guardando ai bilanci (nella speciale classifica primeggia il Man. United con 2,235 miliardi di euro, seguono Real Madrid con 1,877 e Barcellona con 1,307), il fatturato rossonero (228 milioni nel 2010) supera di una decina di milioni quello interista (217), mentre la differenza è più marcata sui debiti netti: 238 il Milan, 335 per l'Inter, che avrebbe pure la metà dei tifosi, 10,9 milioni contro 22,2. Intanto, Galliani certifica che fra Silvio e Allegri «i rapporti sono sempre stati sereni» e si lascia andare all'ironia su Balotelli («Se lo sentissi non ve lo direi») e Tevez («Non so chi sia, non lo conosco»), sorridendo in cuor suo per l'infermeria di Milanello che si va svuotando. In attacco solo Pato è indisponibile, recuperati Abate, Bonera, Mexes, Nesta, Yepes, Mesbah e Antonini. di Tommaso Lorenzini  

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