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Garcia non reggerà, ve lo garantisce chi ha avuto Maradona

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Luciano Moggi
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Prima di parlare della gara contro l’Udinese vinta dal Napoli (4-1), riteniamo utile parlare del caso Osimhen che sembra ormai disciolto, ma che peserà sul rendimento della squadra campana durante tutta l’annata. È il motivo per cui, fin dall’inizio, siamo stati scettici sulle possibilità del Napoli di ripetersi, considerato il cambio d’allenatore che porta sempre atteggiamenti diversi e preparazione diversa. Chi vi scrive negli anni in cui dirigeva il Napoli ha avuto momenti difficili di conduzione perché doveva gestire il miglior giocatore del mondo: Diego Armando Maradona. E non era certamente facile, ma ci aiuta adesso a capire le difficoltà del presidente napoletano che si trova a gestire un buon giocatore come Osimhen, che non è sicuramente il migliore del mondo, che però nel passato campionato ha trascinato la squadra alla vittoria. Conquistandosi per questo la stima dei tifosi con i quali deve ora confrontarsi la società ma, soprattutto, l’allenatore che oltretutto deve salvaguardare l’integrità dello spogliatoio dai sibili dei giocatori che saranno tutti silenti, ma tutti dalla parte del nigeriano che quando è in forma fa vincere e prendere i premi.

Osimhen fa parte dei pochi giocatori che, avendo piedi sensibili, tecnica, forza atletica, elevazione eccezionale, con il loro modo funambolico di trattare la palla, impauriscono gli avversari inducendoli a sbagliare le marcature e nello stesso tempo infondono coraggio ai propri compagni che danno il massimo delle loro possibilità. Ma quando non riescono ad esprimersi si innervosiscono e fanno quello che ha fatto Osimhen durante Bologna-Napoli, sbagliando. E non sarà certamente il chiarimento nello spogliatoio a mettere fine alla diatriba tra i due. La mancanza d’entusiasmo dopo aver segnato il gol contro l’Udinese era chiaramente un modo per comunicare a chi non lo avesse ancora capito che lui, da ora in poi, darà il massimo di se stesso per la causa, curando soprattutto le sue performance, però non sarà più il capo branco. E la società che deve tenersi dalla parte dell’allenatore, deve multare pesantemente il giocatore, affinché la cosa non abbia più a ripetersi anche da parte di altri.

 

 

 

Ci preme precisare che quanto sopra non deve suonare a consiglio per De Laurentiis, perché il presidente non ha certamente bisogno dei nostri consigli, anche se certe volte potrebbe far comodo sentire la voce di chi ha dovuto superare gli stessi problemi nello stesso ambiente. Passando al calcio giocato il Napoli riconquista il suo pubblico con un 4-1 ottenuto su di una squadra, l’Udinese che dopo sei partite è penultima in classifica con due soli gol all’attivo contro i 10 subiti. Non lo consideriamo test attendibile per manifesta inferiorità del contendente. Per cui attendiamo Garcia e compagni in partite più impegnative. Ha fatto eccezione alla regola il Sassuolo, bestia nera dell’Inter, che vince (1-2) a San Siro, con il suo leader Berardi a prendersi la scena per l’assist del pareggio e il gran gol per la vittoria. Per il resto risultati normali: le vittorie del Milan sul Cagliari, della Lazio sul Torino all’Olimpico e della Juventus sul Lecce. Le attendiamo, anche loro, quando gli impegni saranno più proibitivi. Non può, invece, essere invece trascurato il tracollo della Roma battuta a Genova 4-1. Probabilmente tornando a Roma Mourinho dovrà deporre lo scettro dire di Roma che gli era stato assegnato dal pubblico romano. È vero che gli sono venuti a mancare alcuni giocatori, ma non è possibile vedere una Roma così arrendevole davanti ad un Genoa che prima di giocare avrebbe sottoscritto il pareggio. Ha fatto schifare pure Totti che se ne è andato prima della fine partita.

 

 

 

 

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