I consigli di Ovidio: ecco come tenersi stretto un uomo
“Insegnerò alle donne come farsi amare”, scrive Ovidio nel proemio del terzo libro della sua celebre opera “L’arte di amare”, di cui vi abbiamo parlato già la settimana scorsa, svelandovi consigli di seduzione utili agli uomini per conquistare il gentil sesso ed attuali persino oggi, a distanza di oltre 2000 anni dall’epoca in cui visse il poeta. Nel terzo capitolo egli, per una sorta di “par condicio”, decide di offrire la sua sapienza nelle faccende di cuore anche alle donne, in quanto “è la tecnica che fa durare negli anni un amore”. Innanzitutto, Ovidio invita le giovani a vivere il sesso in modo spontaneo e libero, anche perché “quella cosa lì resiste e – niente paura – non rischia di essere danneggiata” con l’uso. Curare il proprio aspetto è fondamentale per il poeta, tuttavia andare in giro con vestiti troppo ricchi e sfarzosi mette spesso in fuga gli uomini, che amano la semplicità. “Ciò che ci attira è vedere che una donna ha cura di sé: niente capelli ribelli. Non c’è un solo modo per acconciarli: ogni donna scelga l’acconciatura che più le dona e, prima di uscire, si guardi allo specchio per avere un parere”, suggerisce Ovidio. Le ragazze devono essere profumate e depilate, usare maschere all’argilla per rendere luminosa la pelle, non trascurare la pulizia dei denti, usare il fondotinta, colorare le gote, sottolineare gli occhi con un leggero strato di cenere, ma l’innamorato non deve conoscere questi segreti di bellezza, che vanno eseguiti di nascosto.
“Se sei bassa, stai seduta. Chi è troppo magra si copra con stoffe pesanti. Chi ha la carnagione chiara indossi abiti scuri; chi ha la carnagione scura prediliga tinte chiare”, continua il poeta, che sottolinea il grande potere della risata nell’arte della seduzione, purché fatta con grazia: “bocca non troppo aperta, le labbra non scoprano mai la parte superiore dei denti. Una risata non duri all’infinito e risuoni sempre con un che di delicato e femminile. Ci sono delle donne tanto sguaiate quando ridono, che gli si stravolgono i connotati in maniera disgustosa”. Anche piangere richiede un certo stile, secondo Ovidio. “Imparate poi ad avere un portamento da vera donna quando camminate, perché anche il modo di camminare contribuisce, e in maniera da non sottovalutare, a creare lo stile: è un modo di attrarre o respingere chi non si conosce. Anche in ciò ci sia misura, perché si rischia di muoversi troppo da cafoni”.
Siete abituate a mettere in vista tutto per catturare gli sguardi degli uomini? Dovreste ricredervi. Basta scoprire una piccola porzione del corpo per scatenare il desiderio.
“Una spalla nuda suscita la voglia di riempire quella parte di baci”, osserva lo scrittore. “Evitate i maschi che sfoggiano eleganza e bellezza, che hanno sempre i capelli in perfetto ordine. Le parole che rivolgono a voi le hanno dette già a tante altre. Che se ne fa una donna di un maschio più leccato di lei? Esistono anche tanti soggetti notoriamente malfamati. Imparate dai lamenti delle altre a temere i vostri, non aprite la porta ad uno che tradisce”, suggerisce il poeta a quelle che nutrono la speranza che con loro l’uomo che ha fatto piangere le altre sarà diverso o cambierà.
A quelle ragazze che si precipitano a rispondere alla lettere o ai messaggi ricevuti dal proprio amante, fidanzato o spasimante, Ovidio consiglia di aspettare un po’ prima di dare risposta: “l’attesa è sempre un buon pungolo per chi è innamorato”. E poi ecco l’invito a utilizzare il dubbio per rafforzare il desiderio: “non sbilanciarti troppo davanti alle richieste di un giovane, ma non dire neanche un no secco a delle legittime aspirazioni. Lascialo sospeso tra il timore e la speranza”.
Il modo di scrivere deve essere chiaro e semplice. Le parole, a giudizio del poeta, possono fare divampare le fiamme della passione così come possono spegnerle. No ai messaggi chilometrici su whatsapp. Ma cosa rende brutta e non amabile una donna? Ne è sicuro Ovidio: rabbia, superbia e tristezza allontanano gli amanti. Se il vostro obiettivo è un amore duraturo, non concedetevi con facilità, è uno dei moniti fondamentali del poeta. “Ogni tanto, ad intervallare le gioie del piacere, va opposto il rifiuto. Lascialo prostrasi alla porta, lascialo imprecare contro la porta crudele. Il dolce alla lunga non si sopporta, e allora rifacciamoci con qualcosa di amaro”. “Il motivo che
impedisce alle mogli di essere amate è che i mariti con loro ci stanno quando vogliono. Metti anche davanti a loro una porta e un portinaio, e così, rimasti fuori, anche loro sentiranno la passione”, spiega Ovidio.
L’amante non deve credere di essere l’unico. “Subito dopo avere avuto accesso alla tua camera da letto, l’innamorato abbia sentore dell’esistenza di un rivale: rinuncia a questo stratagemma e l’amore avvizzisce. Io non amo se non mi si fanno dei torti”, rivela il poeta. Dopo il monito a non fidarsi troppo delle amiche, Ovidio incita le donne a fare credere agli uomini di essere amati, impresa non difficile: “bastano sospiri ed occhi dolci”. Alle feste la donna deve fare il suo “ingresso in ritardo e con un incedere di classe”.
Mai mangiare prima di uscire di casa. Inoltre, Ovidio consiglia di smettere di mangiare prima di essere sazie e di bere quando ancora la mente è lucida.
“Che spettacolo indecoroso una donna distesa a banchetto ubriaca fradicia!”. A letto ogni donna adotti la posizione che più la valorizza: “chi ha un bel viso, stia supina; chi ha un bel posteriore, si lasci vedere da dietro. Chi è bassa cavalchi il maschio”. “Non smettano mai le paroline dolci e i mugolii di piacere e, mentre giocate, non astenetevi dal pronunciare parole oscene”, prosegue Ovidio, il quale suggerisce a quelle che hanno difficoltà a raggiungere il piacere di simulare l’orgasmo, cercando di essere il più possibile credibili.